Ventidue anni fa la tragedia dell’aereo contro il Pirellone: “Una ferita ancora aperta”

Cerimonia al 26esimo piano del grattacielo, dove lavoravano le due dipendenti regionali rimaste uccise. La tragedia alle 17.50 del 18 aprile 2002

La cerimonia di commemorazione dello schianto dell’aereo contro il Grattacielo Pirelli al 26° piano, il “luogo della memoria” del tragico incidente (foto Mianews)

La cerimonia di commemorazione dello schianto dell’aereo contro il Grattacielo Pirelli al 26° piano, il “luogo della memoria” del tragico incidente (foto Mianews)

Milano - Oggi Milano ha ricordato le vittime dello schianto dell’aereo contro il grattacielo Pirelli. La cerimonia si è svolta al 26° piano dell’edificio, il "luogo della memoria" del tragico incidente. Era il 18 aprile 2002 quando, alle ore 17.50, un piccolo aereo da turismo colpì il Pirellone procurando danni gravissimi e rendendo l’intero edifico inagibile. Nell’impatto morirono tre persone: oltre al pilota, due dipendenti dell’fficio legislativo della Giunta, Anna Maria Rapetti e Alessandra Santonocito.

Sono passati ventidue anni da quella tragedia, ma come ha ricordato il presidente del consiglio regionale Stefano Romani"la ferita è ancora aperta". Il piano dove lavoravano le due dipendenti rimaste uccise, il ventiseiesimo, dopo il restauro del Palazzo è diventato il Piano della Memoria, uno spazio aperto dedicato al raccoglimento e alla riflessione. Hanno partecipato alla cerimonia anche il vice presidente del Consiglio regionale della Lombardia, il sottosegretario con delega al’Autonomia e ai Rapporti con il Consiglio Regionale, il fratello di Anna Maria Rapetti Giovanni e il figlio Francesco, le colleghe Rosangela Capuzzolo e Piera Pujatti e alcuni consiglieri regionali.

La tragedia del Pirellone si verificò otto mesi dopo quella delle Torri Gemelle. L’Assemblea regionale per i tre anni successivi si riunì in una tensostruttura realizzata ad hoc su un’area in via Melchiorre Gioia. Fu allora che nacque l`idea di accorpare tutti gli uffici della Giunta in un unico edifico - l’attuale Palazzo Lombardia - e di dedicare Palazzo Pirelli, opportunamente restaurato e ammodernato nelle sue dotazioni tecnologiche, a sede esclusiva del Consiglio regionale e dei gruppi consiliari. 

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