Addio al tampone a otto euro per i ragazzi

Venerdì scade il protocollo Figliuolo sui test a 15 euro in farmacia. Racca (Federfarma): "Sono sicura che i prezzi resteranno convenienti"

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di Giulia Bonezzi

Il primo aprile non finisce solo l’emergenza sanitaria in Italia: scade anche il “protocollo Figliuolo“, siglato ad agosto 2021 tra la struttura del commissario uscente e i farmacisti, che dallo scorso autunno ha garantito il tampone rapido Covid al prezzo calmierato di 15 euro in farmacia, 8 per i ragazzi dai 12 ai 18 anni (cioè i minorenni ai quali può esser chiesto il green pass, che invece è facoltativo per i vaccinabili più piccoli, da 5 a 11 anni).

Si parla di tamponi a pagamento (cioè non prescritti dal servizio sanitario per diagnosi, chiudere isolamenti o quarantene e in tutti gli altri casi in cui sono gratuiti), come quelli necessari ai non vaccinati per il green pass base, il cui uso si ridurrà ma non sparirà subito (servirà ad esempio al lavoro, al chiuso in bar, ristoranti e mense, anche all’aperto per concerti e allo stadio). Se ospedali e laboratori privati, che pure avevano sottoscritto un protocollo identico con la struttura commissariale, hanno continuato a praticare sui tamponi antigenici o molecolari i prezzi che hanno voluto, nelle farmacie il calmiere è stato applicato con rigore, anche perché il decreto legge dello scorso 21 settembre ha stabilito che, solo in farmacia, non potessero esser effettuati test rapidi a un prezzo diverso. Ma cosa accadrà da venerdì nelle quasi 1.800 farmacie lombarde “tamponatrici“ (il 60% del totale)? "Se in questi tre giorni non arriveranno indicazioni diverse a livello nazionale, non ci sarà più l’obbligatorietà di un prezzo - spiega Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia -. Come Federfarma non possiamo indicare prezzi, ce lo vieta la normativa antitrust. Ma sono convinta che i farmacisti continueranno ad aiutare i cittadini con prezzi che sono stati sempre i migliori, rispetto ad altre strutture che non hanno applicato il calmiere, e che continueranno ad essere convenienti".

Chi può fare un prezzo, non imponendolo sul mercato ma almeno stabilendo le tariffe alle quali riconosce alle strutture pubbliche e alle private accreditate i tamponi per il coronavirus che sono gratuiti per i cittadini, è la Regione. Proprio ieri, con una doppia delibera proposta dalla vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti, sono state aggiornate: scende da 45 a 35 euro il rimborso per un test molecolare, da 15 a 10 euro per un antigenico a lettura manuale, da 20 a 18 euro per un antigenico a lettura facilitata. Ciò in ragione del fatto che l’ampliamento dell’offerta di reagenti e kit, dei laboratori e delle tecnologie per processare i test ne ha abbattuto sensibilmente i costi.

Intanto, le università di Pavia e Vita-Salute del San Raffaele lanciano su Youtube un nuovo capitolo del cartone di divulgazione scientifica “Leo e Giulia” dedicato alle vaccinazioni antiCovid, che tra i bimbi da 5 a 11 anni in Italia sono inchiodate al 37%, in Lombardia al 42%. Un tentativo di far ragionare i bambini, dato che i genitori riottosi difficilmente saranno invogliati a cambiare idea dal fatto che venerdì decadano anche le differenze tra gli studenti guariti o vaccinati e gli altri in materia di quarantene scolastiche: andranno in isolamento solo i positivi (i non vaccinati o guariti da meno di 120 giorni per dieci giorni, gli altri per sette).

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