Addio a William Medini, il pagliaccio gentile

Stroncato dal Covid a 69 anni l’artista della gloriosa famiglia di circensi che collaborò anche con Fellini

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“Ridi, pagliaccio“. Le note del Leoncavallo risuonano nel ricordo di William Medini, il clown di Buccinasco, che ha calcato i palcoscenici di tutta Italia. Il clown gentile non ce l’ha fatta: a spegnerlo è stata prima l’assenza del suo palcoscenico, dove il sipario si è chiuso da oltre un anno. Poi lo ha stroncato il Covid, a 69 anni.

"Sono nato sotto il tendone di un circo", amava ripetere. Quello della dinastia Medini, circensi che hanno iniziato l’attività nell’Ottocento, girovagando da Nord a Sud, vantando anche collaborazioni eccellenti, il tendone Medini era stato utilizzato da Federico Fellini nel film La Strada, premio Oscar nel 1957. William aveva iniziato negli anni Sessanta a esibirsi nel circo di papà: numeri di acrobatica, per cominciare. Ma il talento era ancora tutto da scoprire. In pochi anni si è specializzato nel trapezio e nella pertica sospesa, le arti mozzafiato del circo, e ancora lancio di asce e coltelli.

Ma il meglio lo tirava fuori incipriandosi il viso e infilando sul naso la pallina rossa. Drammaturgo, regista, organizzava laboratori e spettacoli, dedicandosi soprattutto ai bambini e ragazzi a cui insegnava l’arte della recitazione e del teatro di strada, anche con laboratori gratuiti, grazie alla collaborazione con l’associazione Artènergia che piange "un uomo unico, un artista senza uguali.

Delicato e umile, ma di una forza trascinante. Ha fatto del suo lavoro un impegno sociale. Sentiva che quella scintilla che portava dentro doveva essere messa a disposizione della comunità, per farla diventare un posto migliore attraverso l’arte", ricorda commossa la presidente dell’associazione Barbara Massa che si emoziona guardando il Faro, la sede della compagnia che si illuminava grazie a Medini. Perché il clown era un po’ lui stesso il faro, per tanti bambini e ragazzi che non dimenticano i suoi insegnamenti.

Artista versatile, visionario, capace di trasmettere il proprio profondissimo amore per il teatro. "Quanta gente è passata dentro i miei occhi – diceva Medini – e quanti bambini. Bambini che ridono. E il sorriso dei bambini mi dà sempre forza, entra nel mio cuore".

Nel cuore rimane a molti, soprattutto nella sua Buccinasco, dove già si pensa di intitolargli l’anfiteatro Fagnana, perché il ricordo rimanga acceso sotto i riflettori del suo amato palcoscenico.

Francesca Grillo

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