Deposti sulla bara, un cuscino di fiori bianchi e la foto di lui in montagna, durante una delle sue amate escursioni. Così, nel giorno del dolore, si è reso l’ultimo saluto a Ermanno Molin Pradel, architetto 57enne che ha perso la vita sabato scorso durante un’escursione in quota, precipitando dalla cima Cigola, a 2.500 metri di altezza in provincia di Sondrio. Tradito dal ghiaccio, l’uomo è rimasto vittima di una rovinosa caduta, che purtroppo non gli ha lasciato scampo.
Una morte drammatica e improvvisa, che ha gettato nello sconforto le comunità di San Donato (dove il 57enne viveva) e Peschiera Borromeo, dove lavorava, ed era piuttosto conosciuto.
Tante persone, ieri mattina nella chiesa di San Riccardo Pampuri a Peschiera Borromeo, hanno scelto di partecipare ai funerali del 57enne, descritto da chi lo conosceva come generoso, umile e amante dei viaggi.
Una folla commossa si è stretta attorno al dolore della sorella Linda e di tutti i familiari dello sfortunato professionista, rimasto vedovo cinque anni fa, dopo che la moglie Rosa Dinoia, impiegata nel settore Cultura del Comune di San Giuliano Milanese, è stata stroncata da una grave malattia. "Ermanno amava la montagna e proprio là, dove tutto parla di bellezza e immensità, cercava le sue risposte. Il momento di sconforto che ora stiamo vivendo non deve portarci a perdere di vista il nostro cammino", ha detto durante l’omelia don Zaccaria Bonalumi, invitando tutti i presenti a "vivere in pienezza e con amore, come lo stesso Ermanno ha cercato di fare. Mettere dei segnali sui sentieri impervi della vita: è questo il modo per permettere agli altri di non smarrire la strada".
Al termine della funzione religiosa, un forte applauso ha accompagnato l’uscita del feretro dalla chiesa. La famiglia ha invitato chi desiderasse ricordare Ermanno a effettuare una donazione alla Lega del Filo d’Oro, associazione che sostiene le persone sordocieche e con deficit psico-sensoriali.