Achille Lauro Unplugged aspettando Sanremo

Il cantante torna agli Arcimboldi per due serate in attesa, dopo tre edizioni in gara, di partecipare come ospite sul palco più ambito

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di Andrea Spinelli

Lassù qualcuno lo ama. Tre edizioni in gara, più una nei panni di performer e una, la prossima, in quelli di ospite (dello sponsor) sul palco in Piazza Colombo, fanno di Achille Lauro una costante del Festival della Canzone Italiana. In attesa di cantare sotto le stelle di Sanremo, l’uomo di “Rolls Royce” torna agli Arcimboldi il 24 e 25 gennaio con “Achille Lauro Unplugged”, due notti in cui stacca la spina per reinventare presente e passato affiancato da una band di cinque elementi formata da Gregorio Calculli al pianoforte, Marco “Lancs” Lanciotti alla batteria, Nicola Iazzi al basso, Riccardo “Kosmos” Castelli e Amudi Safa alle chitarre e Sofia Volpiana al violoncello.

Lauro, da cosa nasce la scelta di un tour acustico?

"Dal fatto che le parole hanno sempre mantenuto una centralità assoluta nella musica che faccio, perché mi sento anch’io figlio della grande scuola della canzone d’autore. Le mie canzoni nascono così: chitarra e voce".

Un ritorno all’essenza delle cose.

"A fine anno il singolo ‘Che sarà’ ha annunciato un nuovo capitolo della mia carriera che intendo aprire con questo tour unplugged e con quello nelle scuole. L’idea di ‘unplugged’ mi riporta alla mente il disco, famosissimo, dei Nirvana e la sua scarna immediatezza. Fra l’altro sono diversi i brani che in questa nuova veste cambiano fisionomia, a cominciare da "Bam Bam Twist" che ora sembra una ballad. Ma ho pure ripreso vecchi pezzi che non eseguivo da tempo come quella ‘Dio c’è’ risalente al mio secondo album".

Ha in mente un album dal vivo?

"Non lo so, ma sto bollendo. Di sicuro registrerò tutto e poi si vedrà, magari renderò disponibile qualcosa sulle piattaforme. Vedremo".

Nel 2022 lei è passato da Sanremo all’Eurovision, al tour con orchestra. Rifarebbe tutto?

"Sinceramente, sì. Lavorando in team, sono portato a considerare il lato buono delle esperienze e ad imparare sempre qualcosa. A Sanremo, ad esempio, sono sì arrivato 14°, ma il duetto di ‘Sei bellissima’ con Loredana Bertè è diventato una pietra miliare della mia carriera. Mi sono emozionato tantissimo e pure il pubblico, credo".

Prima accennava al progetto “Achille Lauro nelle scuole”.

"Lo vivo come un arricchimento. Il mio ultimo singolo parla dell’incertezza del futuro e così ho pensato di parlarne con chi vive di attese e di speranze: i ragazzi dei licei".

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