Accusato di aver ucciso le sorelle in un rogo: "Ma io sono innocente"

I legali di Giuseppe Agrati chiedono la scarcerazione. La Procura si oppone. ascoltato anche il nipote

In carcere continua a leggere libri, professandosi innocente. Per gli altri detenuti Giuseppe Agrati, accusato del duplice omicidio delle sorelle, è l’erudito. Per l’accusa è stato lui a dar fuoco all’appartamento di via Roma a Cerro. Per la difesa è innocente e dovrebbe essere quantomeno ai domiciliari e non in cella. Secondo i legali, le indagini che hanno portato alle accuse verso il 70enne sono superficiali. Errori su errori dettati da una raccolta di prove approssimativa. È in carcere dal novembre 2019. Secondo i legali non esiste un pericolo di inquinamento delle prove e neppure di fuga. L’intero patrimonio dell’uomo è sotto sequestro e i legali stanno lavorando gratis e sulla fiducia senza aver ricevuto ancora un euro. Altra nota a favore di Agrati, quella che nel caso di concessione dei domiciliari, li sconterebbe lontani da Cerro. Una situazione però complessa che secondo i difensori di parte civile e il pm non sarebbe assolutamente concedibile in una fase delicata come quella in cui stanno emergendo quelli che il pm definisce gravi indizi. Sentito il nipote, intervenuto eccependo quella che era stata la decisione iniziale di archiviare il caso, considerato dalla Procura di Busto Arsizio una tragica fatalità. Il nipote sarebbe colui che, nel caso di colpevolezza, potrebbe ereditare l’intero patrimonio delle sorelle. Una cifra consistente. Il nipote Andrea avrebbe fatto emergere una forte conflittualità fra Giuseppe e le sorelle. In particolar modo quelli fra Giuseppe e Carla. Fra i due non scorreva buon sangue, mentre Maria appariva timorosa nei riguardi del fratello. C.S.

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