Accoltellò la madre "Incapace di intendere"

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Verrà chiamato ad aprile dalla Corte di Assise di Monza, ma solo per venire prosciolto dall’accusa di omicidio volontario aggravato per infermità totale di mente. Ieri il gup del Tribunale di Monza Gianluca Tenchio ha rinviato a giudizio Daniel Gandolfo, che il 21 marzo scorso ha ammazzato a coltellate la mamma Maria Begoña Gancedo Ron, 60 anni. La donna da 15 anni era rimasta vedova e sola a crescere tre figli, Daniel e due sorelle gemelle di 24 anni con la sindrome di Down e lavorava nella biblioteca cittadina. Il 28enne, cassiere in un supermercato, è stato dichiarato dalla perizia psichiatrica totalmente incapace di intendere e volere al momento del fatto, ma ora capace di stare a giudizio, ossia di rendersi conto di quanto ha commesso e di affrontare un processo, che si terrà solo per il proscioglimento e per disporre una misura di sicurezza per l’accertata pericolosità sociale del giovane, ora ospite di una comunità psichiatrica perché non c’è posto nelle Rems, le strutture realizzate dopo la chiusura dei manicomi giudiziari. Il 28enne, a cui non era mai stata diagnosticata una patologia psichiatrica, ma assumeva tranquillanti, aveva dato già in escandescenze il giorno prima dell’omicidio, quando il giovane aveva inveito sotto casa contro il postino, ma l’ambulanza se ne era andata. "Forse questo tragico epilogo poteva essere evitato", è la perplessità che è stata sollevata da parte di conoscenti e vicini di casa. "Le mie sorelle ora restano da sole", è stato invece l’unico pensiero legato alla realtà pronunciato da Daniel dopo il fermo.

Stefania Totaro

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