Milano, raid killer a Porta Venezia: morto ventiduenne

Via Palazzi, lite tra due somali e fendente al collo: Abdisaraq Jama deceduto dopo 16 ore di agonia. Assassino arrestato dai carabinieri

Via Palazzi e largo Bellintani, luogo del tentato omicidio

Via Palazzi e largo Bellintani, luogo del tentato omicidio

Milano -  La lite scoppiata per motivi che nei verbali di polizia si rubricano come «futili». Il furibondo confronto tra due somali sul marciapiedi di via Palazzi, poco dopo le 3 di ieri. Poi il fendente sferrato con un coccio di bottiglia. Al collo. Per uccidere. Il ferito ventiduenne che inizia a perdere sangue e stramazza a terra, a due passi da largo Bellintani: Abdisaraq Jama morirà al Niguarda dopo 16 ore di agonia. L’aggressore che non fa neppure in tempo ad allontanarsi di qualche metro perché dietro l’angolo ci sono i carabinieri della pattuglia mobile di zona della Compagnia Duomo, allertati dai passanti: Mohamed Ahmed, trentaquattrenne con permesso di soggiorno e già noto alle forze dell’ordine per alcuni precedenti, viene inizialmente arrestato per il reato di tentato omicidio (diventato omicidio dopo il decesso della vittima) e portato in carcere a San Vittore in attesa dell’udienza di convalida davanti al gip. Il giovane connazionale che ha accoltellato – a sua volta regolare e denunciato in passato per interruzione di pubblico servizio – è stato operato d’urgenza nella notte per lo choc emorragico generato dallo squarcio alla gola, ma è riuscito a sopravvivere per meno di un giorno. 

Teatro del raid killer: ancora una volta la zona di Porta Venezia che ruota attorno ai locali di via Lecco e al cosiddetto «Rainbow District», più volte finita sotto i riflettori per la movida selvaggia che deborda anche sull’altro lato di corso Buenos Aires (in via Melzo) e che tra febbraio e marzo è stata per questo oggetto di tre dei servizi di controllo straordinario del territorio messi in campo dai militari del Comando provinciale di via Moscova (11 e 20 febbraio e 13 marzo). La cronaca dell’episodio è estremamente stringata nella sua drammaticità: i due litiganti si sono ritrovati faccia a faccia in strada e hanno iniziato a discutere in maniera sempre più animata, con l’alcol a fare da probabile miccia; poi il più grande ha colpito l’altro in maniera letale con il pezzo di vetro, finendo in manette pochi secondi dopo.

L’omicidio ha prevedibilmente (ri)scatenato la rabbia dei residenti, che da anni denunciano fenomeni crescenti di microcriminalità, degrado, clientela dei locali fuori controllo e baccano incessante, con le strade letteralmente invase nei weekend. «Questo episodio – commenta una portavoce del comitato Lazzaretto – è l’ulteriore dimostrazione del fatto che nella zona si sia creato un terreno fertile per la violenza. Gli abitanti hanno perso il sonno non solo per il rumore, che ci tormenta visto l’alto numero di persone che stazionano sotto le nostre finestre ogni fine settimana, ma anche per la paura di tornare a casa propria». Qualche settimana fa avevamo raccolto le testimonianze di chi si è ritrovato preda di borseggiatori, senza più il portafogli o il cellulare in tasca o con la cerniera dello zaino sfondata in mezzo alla calca. Un’escalation che ha convinto alcuni cittadini esasperati a rivolgersi al Tribunale per avviare una causa civile per risarcimento danni. 

Nei giorni scorsi, il comitato Lazzaretto ha annunciato l’inizio della battaglia legale contro Comune e gestori degli esercizi commerciali con un post su Facebook: oltre al ristoro economico di quanto sostengono di aver sostenuto e sopportato per anni, gli abitanti del quatiere chiederanno pure «l’applicazione di rimedi definitivi» per porre un freno alla situazione, sulla falsariga di quanto fatto in precedenza (con ricorsi al giudice amministrativo) dai residenti del condominio di corso Garibaldi 104. «Le nostre richieste – hanno fatto sapere ancora dal comitato – sono supportate da corposa documentazione comprensiva tra l’altro di foto, filmati, esposti, denunce depositate in Procura, interviste, articoli di giornale, perizie di Arpa e di un ctu nominato dal Tribunale civile di Milano, nonché di una recentissima perizia fonometrica da noi commissionata e che copre il quartiere». L’appello è stato rivolto a tutti i residenti: «Potete decidere di aderire alla causa a un costo forfettario oppure dare un libero contributo per supportare l’azione legale senza partecipare direttamente. Stime e dettagli sono contenuti in una mail che spediremo a richiesta. Il nostro indirizzo mail è il seguente: comitatolazzaretto@gmail.com».  Del resto, la conclusione, «l’alternativa è confidare nell’azione di politica e istituzioni e quindi soccombere. Evidentemente chi è causa del problema non è soggetto qualificato a proporre soluzioni, lo sanno loro, lo sappiamo noi. Le prese in giro sono finite».

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