"Troppi abusivi in via Gola". Aler, scatta il piano di vendita

Sette righe in un documento di 86 pagine. Eppure quelle sette righe valgono molto di più. E suonano come una resa

TENSIONI Uno dei tanti murales che incitano alle occupazioni e dicono no agli sfratti (Newpress)

TENSIONI Uno dei tanti murales che incitano alle occupazioni e dicono no agli sfratti (Newpress)

Milano, 17 gennaio 2018 - Sette righe in un documento di 86 pagine. Eppure quelle sette righe valgono molto di più. E suonano come una resa. Dell’Aler, che si dichiara incapace di fronteggiare situazioni ormai incancrenite. E di conseguenza delle istituzioni, che in questi anni non sono mai riuscite a mettere un freno al dilagare dell’illegalità in due quartieri diventati anno dopo anno simboli negativi di una metropoli che si percepisce alla pari con le grandi capitali europee. Ecco le sette righe, inserite nel bilancio preventivo 2018 dell’Azienda lombarda per l’edilizia residenziale: «I complessi immobiliari di via Gola e via Bolla sono caratterizzati da una serie di fattori di grave degrado manutentivo, con un fabbisogno, in termini economici, insostenibile per le attuali ristrettezze finanziarie di Aler Milano. Oltre a questa criticità, questi immobili sono, purtroppo, per la maggior parte oggetto di occupazioni abusive organizzate e sistematiche».

I numeri: 114 appartamenti illegalmente occupati sui 290 a disposizione tra i civici 7, 23, 27 e 31 di via Emilio Gola, a due passi dai locali di via Ascanio Sforza; 65 appartamenti illegalmente occupati sui 244 a disposizione tra i civici 26-36 e 38-42 di via Bolla, al Gallaratese. «Il numero significativo di occupanti abusivi – si legge ancora nel documento programmatico firmato dal numero di viale Romagna Angelo Sala – è ormai diventato ingestibile anche dalle istituzioni preposte all’ordine pubblico. Il risanamento di natura sociale presenta una tempistica che travalica la scadenza del presente piano di risanamento». Soluzioni alternative? Per via Bolla si era parlato qualche mese fa di demolizione e ricostruzione.

Ora, però, l’idea pare essere un’altra, messa nero su bianco a pagina 20: «Aler intende procedere alla cessione degli edifici, nello stato di fatto e di diritto in cui si trovano, a un operatore immobiliare specializzato o alla loro concessione per un numero di anni compatibile con il sostegno dei costi necessari alla riqualificazione dell’edificio». Stesso discorso vale per i quattro stabili di via Gola, «ubicati in una delle zone più rinomate della città, molto ambita per la movida milanese»: pure in questo caso si parla di «ricerca di operatori immobiliari per la successiva vendita dei fabbricati o la loro concessione per un numero di anni compatibile con il sostegno dei costi necessari alla riqualificazione dell’edificio».

Parole che lasciano poco spazio all’interpretazione, anche se bisognerà vedere se alla fine il piano di dismissioni andrà in porto oppure no. Una cosa è certa, rassicurano da viale Romagna: «Per entrambi gli interventi, Aler si impegnerà ad effettuare la mobilità nei confronti di inquilini regolari, reinserendoli nel proprio patrimonio immobiliare». Come dire: chi ha diritto a stare in quelle abitazioni verrà tutelato come sempre accade in questi casi. Gli abusivi se ne dovranno andare, ma toccherà eventualmente alla nuova proprietà gestire la grana.

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