MONICA AUTUNNO
Cronaca

Abbattere il muro del silenzio. Grida mute contro la violenza

Bellinzago, alla Corte Lombarda la mostra fotografica realizzata da Giusy Versace e Mjriam Bon

Bellinzago, alla Corte Lombarda la mostra fotografica realizzata da Giusy Versace e Mjriam Bon

Bellinzago, alla Corte Lombarda la mostra fotografica realizzata da Giusy Versace e Mjriam Bon

“Non vedo, non sento, non parlo“. Foto giganti in bianco e nero ritraggono volti e mani nell’atto di tappare occhi, bocca e orecchie: "La violenza, invece, va guardata bene in faccia". Approda alla galleria del centro commerciale La Corte Lombarda di Bellinzago la mostra itinerante “I muri del silenzio“, promossa dall’atleta paralimpica e senatrice Giusy Versace e ideata e realizzata dalla fotografa Myriam Bon.

L’esposizione è stata inaugurata alla presenza di entrambe, delle autorità locali, dei responsabili del centro commerciale, delle forze dell’ordine e delle rappresentanti della Rete antiviolenza Viola. Rimarrà allestita sino a domani. Il filo rosso della mostra è appunto il silenzio. Le foto ritraggono persone comuni, ma all’obiettivo di Bon si sono prestate anche varie personalità: fra le altre Lorella Cuccarini e Maria Grazia Cucinotta, Alberto Matano e Daniele Stefani. Tutti con occhi, orecchi e bocca coperti "come le famose ‘sanzaru’, le tre scimmiette della tradizione giapponese". Nel tempio dello shopping, un momento di impegno. "È con questo spirito – dice il direttore della Corte Lombarda Fabio Laguardia – che il nostro centro ha scelto di supportare questa iniziativa. Che rompe, simbolicamente e concretamente, il silenzio su una delle più gravi piaghe della nostra società. Invitiamo tutti, in queste giornate, a unirsi nel rifiuto di questo silenzio, e di tanta indifferenza". Il progetto di Mjriam Bon gira l’Italia da tempo: "La fotografia ha un’enorme potere di denuncia. E luoghi come questo, dove passano centinaia di persone ogni giorno, sono una location ideale". Così la senatrice Versace: "I riflettori su questo tema vanno tenuti accesi tutto l’anno. Vorrei approdasse presto anche alle scuole: per educare gli uomini e le donne di domani al rispetto". Accanto alle foto una panchina rossa, frasi e allestimenti a tema. Su una parete un pannello, carta e puntine, a disposizione di chi passa, osserva e desidera lasciare un pensiero. Sono già decine e decine. "Bisogna abbattere l’omertà: bravi". "Che sia davvero, finalmente, un ‘no". "La vita è un dono. Grazie per queste immagini". Frasi e poesie inneggiano alle donne ribelli e libere. E c’è anche un biglietto, anonimo come tutti, di chi ce l’ha fatta: "Felice di essere rinata. Adesso posso finalmente dire che sono libera. E sono viva".