"A San Siro serve un centro di aggregazione"

Sala parla dell’incontro con due rapper del quartiere dopo gli scontri del 10 aprile: "Bisogna lavorare per risolvere i problemi"

Il rapper Rondo da Sosa ricevuto dal sindaco Beppe Sala

Il rapper Rondo da Sosa ricevuto dal sindaco Beppe Sala

di Massimiliano Mingoia

Una settimana fa ha incontrato due rapper di San Siro Rondo Da Sosa e Sacky e lo rivendica con orgoglio. Il sindaco Giuseppe Sala, durante un incontro online pomeridiano con i militanti della sua lista civica, parla per la prima volta in pubblico degli scontri di San Siro dello scorso 10 aprile tra giovani e poliziotti: "Avete visto cos’è successo a San Siro, questi rapper e ragazzi in strada. Avrei potuto condannarli e cavarmela. Invece ho chiamato don Claudio Burgio, che è un prete vicino a don Rigoldi che si impegna, e lui è venuto da me con due di questi ragazzi".

Il primo cittadino racconta anche com’è andata: "Non voglio fare il libro Cuore, ci sono le cose che non vanno, ma questi ragazzi sono venuti da me e mi hanno spiegato alcune cose. Ad esempio che nel quartiere di San Siro, nella grande Milano, non c’è un centro di aggregazione. Adesso io ci lavorerò. Hanno ragione: prima cominciamo a pensare alle cose che non vanno e riconosciamole. E poi se saremo bravi le risolveremo. Però mai girarsi dall’altra parte e mai con un atteggiamento da puzza sotto al naso. Siamo un’unica comunità e chi è più in difficoltà va aiutato. Senza demagogia, con i fatti".

Sala, subito dopo, parla a cuore aperto della sua vita senza più un padre e una madre, degli obiettivi che ha in mente per il prossimo mandato ("vorrei una Milano più verde e più giusta per il futuro") e chiama a raccolta tutti i cittadini che vorranno dargli una mano in campagna elettorale: "Ho bisogno di voi. Siete un esercito del bene, un esercito che mi ha accompagnato in questi cinque anni, non solo in campagna elettorale. Mi dovete aiutare a ripensare la Milano dei prossimi cinque anni. Dobbiamo pensare a nuove forme di socialità ed essere i protagonisti del cambiamento. Milano è il territorio ideale dove creare questo cambiamento. Questa rivoluzione sociale la faremo se saremo in tanti. Con voi avrò meno paura e mi sentirò più forte". Certo, per realizzare concretamente il rilancio della città nel post-Covid serviranno soldi e Sala candida ancora una volta Milano per i fondi europei previsti nel Recovery Plan. Il sindaco è sicuro che Milano sarò in grado di rispettare gli impegni se il Governo deciderà di finanziare i progetti proposti per la ripartenza della città.

Nella parte finale dell’incontro della lista “Beppe Sala Sindaco’’, il primo cittadino dialoga con il comico e amico Enrico Bertolino e ne esce fuori un confronto tra due “milanesi imbruttiti’’. "Ci dicono che siamo “bauscia’’, ma non è così vero. Non siamo sempre lì a vendere le nostre qualità", sottolinea il numero uno di Palazzo Marino. Bertolino lo provoca: Milano può rimanere esclusiva ma diventando molto più inclusiva? Sala risponde così: "Inclusivi lo siamo, il 10% dei milanesi fa volontariato. Vedere le lunghe file davanti a “Pane Quotidiano’’ ci fa impressione ma tre giorni fa ci sono stato e ho visto anche una fila di volontari dentro. “Pane Quotidiano’’ ha 150 volontari".

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