10 Corso Como, la società di nuovo a rischio

La Dieci Srl ha chiesto il concordato preventivo per uscire dai debiti: nominato un commissario. Rilancio con l’ingresso di Tiziana Fausti

10 Corso Como, lo spazio creato da Carla Sozzani

10 Corso Como, lo spazio creato da Carla Sozzani

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Si è aperto a settembre un nuovo capitolo nella storia trentennale di 10 Corso Como, il celebre concept store milanese creato dalla gallerista Carla Sozzani. La joint venture con un nuovo partner, Tiziana Fausti, fondatrice dello storico e omonimo multimarca di lusso a Bergamo, si pone l’obiettivo ambizioso di "espandere e rafforzare la presenza sul mercato mondiale" e potenziare il digitale. Il presente, però, vede ancora difficoltà finanziarie da superare.

La società che controlla il concept store, la Dieci Srl in liquidazione, ha chiesto infatti il concordato preventivo per uscire da una situazione di indebitamento. Il Tribunale di Milano, dopo aver accertato il "presupposto soggettivo di fallibilità", ha nominato un commissario giudiziale, Ignazio Arcuri, con il compito di vigilare sui conti. E ha concesso tempo fino al 18 marzo per mettere sul tavolo un piano. È l’ultimo capitolo di una storia fatta di luci e successi internazionali ma anche difficoltà che in passato hanno già messo a rischio il sogno di Carla Sozzani, sorella della direttrice di Vogue Italia Franca Sozzani scomparsa il 22 dicembre 2016. Il multibrand con sede anche a Seoul e Tokyo (quella di New York è stata chiusa ad aprile) fu inaugurato nel 1991, quando Carla Sozzani, di ritorno da un anno sabbatico in giro per il mondo, decise di lanciare un ambizioso progetto: un loft che integrasse cultura e commercio, seguendo un modello di successo negli Stati Uniti. Oltre a vendere capi d’abbigliamento, libri, oggetti di design ed esclusivi pezzi d’arredamento, il negozio al numero civico 10 di Corso Como ospita un ristorante e spazi per mostre ed eventi.

La crisi si è concretizzata nel 2015 in un’istanza di fallimento presentata da Equitalia, che aveva contestato il mancato pagamento di tasse per 4,67 milioni. All’epoca era stato trovato un accordo chiudendo "in maniera bonaria" il contenzioso, con una boccata d’ossigeno per il tempio del design che aveva evitato il crac. Ma i guai non sono finiti. Nel 2018 la famiglia Rusconi, proprietaria dell’immobile dal valore di circa 30 milioni di euro, ha ottenuto lo sfratto del negozio e ha messo in vendita lo stabile. Alla fine è stato trovato un punto d’incontro, che ha evitato la chiusura o il trasferimento in una location meno prestigiosa. Poi è arrivata l’emergenza coronavirus, che ha fatto sentire il suo impatto. Ora si apre un nuovo corso con l’ingresso di Tiziana Fausti, che potrebbe dare nuovo slancio al tempio del lusso.  

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