
Pino e gli Anticorpi in 'Nouvelle Cousine?
Milano, 12 ottobre 2016 - "Gli chef mischiamo ingredienti in cucina per creare nuovi piatti e noi mischiamo i nostri ingredienti per un nuovo spettacolo". Così Pino e gli Anticorpi (il duo comico sardo composto da Stefano e Michele Manca) presentano "Nouvelle Cousine", che andrà in scena giovedì 13 ottobre, alle 21, sul palco dello Zelig Cabaret di viale Monza 140 (anche domenica 6 novembre e domenica 4 dicembre). Uno show capace di saziare gli appetiti per gourmet della risata raffinati e non.
Che serata ci aspetta?
Stefano - Abbiamo ideato un format nel quale presentiamo una nuova serie di numeri comici con incursioni nel linguaggio clown, avanspettacolo e monologo, mischiandoli con il piatto forte dei personaggi più conosciuti e che il pubblico gradisce vedere, da Pino La Lavatrice alle avventure di Cosimo con il cane Fuffi. Una sorta di “reality” comico con ingredienti di stagione e specialità della casa.
Ma non sarete soli.
Stefano - No, i nostri sketch vengono contaminati da ospiti che ogni volta coinvolgiamo. Alcuni vengono dal mondo dello spettacolo, altri no. Tutti hanno comunque un momento nel quale possono mettere in scena una loro breve esibizione, poi però diventano una sorta di "cuochi in seconda" insieme a noi due improbabili chef del palcoscenico.
Possiamo sapere chi ci sarà giovedì sera?
Stefano - Certo. Carlo Pieraccini, poliedrico musicista oltre che attore, che ha già collaborato con noi diverse volte. Il Baz, al secolo Marco Bazoni, che torna con pezzi nuovissimi della sua comicità intrecciati con sketch di satira di costume. Ippolita Baldini, attrice multiforme che porterà tutto il suo talento teatrale e comico con monologhi e personaggi inediti. E poi, il Grande Puffo, pronto a sfatare tutti i pregiudizi sui Puffi, a partire dall'altezza.
Da dove nasce l'idea di "Nouvelle Cuisine"?
Stefano - Nasce in sordina, in parallelo ad un tour che stiamo per iniziare a teatro. Qui noi ci mettiamo in gioco e in discussione con dei nuovi sketch. E speriamo che da queste serate allo Zelig nasca un vero e proprio spettacolo. Proviamo a cucinare gli ingredienti che abbiamo e vediamo se esce un buon piatto.
Avete iniziato nelle piazze, poi siete approdati a teatro e infine in televisione a 'Colorado'. Non vi fermate mai.
Stefano - In effetti siamo sempre in movimento. Seguiamo anche alcune attività di un'Associazione Culturale e sosteniamo associazioni per beneficenza. Adesso siamo impegnati a raccogliere fondi per una squadra di basket in carrozzina di Porto Torres, in Sardegna. Servono soldi per le trasferte e l'incasso dei nostri show è un nostro piccolo ma importante contributo.
Quanto è stata importante l'esperienza a 'Colorado'?
Stefano - Michele era già stato in tv con 'Scherzi a parte'. Poi è diventato troppo celebre e hanno iniziato a riconoscerlo, quindi, ha dovuto smettere (e ride ndr). Per quanto riguarda 'Colorado' è stato fondamentale a livello professionale. Il mondo della Ttv è diverso da quello del teatro e abbiamo avuto la possibilità di viverlo in prima persona. Poi, la trasmissione ci ha fatto conoscere al grande pubblico e ci ha dato la possibilità di essere proposti per fare spettacoli in tutta Italia.
Meglio la tv o il live?
Stefano - Difficile dirlo, perché sono due cose completamente diverse. In tv è interessante imparare a distillare in pochi minuti un tuo momento, che deve essere rapido ma allo stesso tempo denso e ricco. Scrivi e riscrivi dei testi per riuscire ad arrivare subito al massimo. A volte non fai in tempo ad entrare sul palco che già devi uscire. Nel live hai più tempo per creare un'esperienza con il pubblico.
Comici si nasce o si diventa?
Stefano - Comici...bisogna rendersene conto. E non è facile. Una persona si accorge di far ridere le persone che ha intorno con qualche battuta, espressione o gag, ma finché non ha una vera presa di coscienza di quello che sono le sue capacità, non riuscirà a fare questo mestiere fino in fondo.
Quindi siete nati simpatici ma avete anche studiato?
Stefano - Si, abbiamo frequentato alcune scuole che ci hanno insegnato come sfruttare al meglio il nostro talento. Michele è molto più avanti di me perché ha approfondito gli studi tanto che adesso insegna teatro. Grazie ai professori abbiamo preso maggiore consapevolezza di quello che siamo e possiamo fare.
Uno studio di materie, linguaggio e soprattutto su se stessi.
Esattamente. Il teatro ha un suo linguaggio ed è fondamentale conoscerlo se vuoi stare su un palcoscenico. Certe definizioni tecniche si imparano solo studiando. Poi, oltre a questo, i professori lavorano singolarmente su ogni allievo che hanno nel corso. Non hanno un metodo per tutti, o almeno non solo. E insegnano a prendere coscienza delle proprie qualità. Ad esempio, quando mi dissero che avevo un'espressione ridicola, non volevano sottolineare un difetto ma una caratteristica, che dovevo imparare ad accettare e a utilizzare al meglio. Del resto, un conto è far ridere gli amici, un altro è far ridere di professione.
Giovedi 13 ottobre è una giornata importante anche per un altro motivo.
Michele - Si, esce il libro "Ebbé – Diario di un depistato” (Centauria Editore), primo manoscritto umoristico firmato da Pino La Lavatrice e realizzato in collaborazione con Pino e gli Anticorpi, assieme al giornalista David De Filippi.
E lo presenterete proprio al termine della serata allo Zelig.
Michele - Sì, lo presenteremo a fine serata e firmeremo le copie. Se poi qualcuno dovesse preferire una firma di qualche scrittore più famoso, io sono molto bravo ad imitare altre scritture e potrei accontentarlo. Ad esempio Stephen King...o Giacomo Leopardi, di cui nessuno ha un testo firmato (ride ndr).
Come vi è venuto in mente di scrivere un libro? E' stato difficile?
Michele - Sono tanti anni che facciamo sketch con Pino La Lavatrice. Quindi, avevamo molto materiale, ideale per creare un contorno alla sua vita e poi per farlo conoscere ancora di più ai suoi fan. Comunque, non è stato difficile scrivere questo libro, anzi, ci siamo divertiti moltissimo.
Pino La Lavatrice da dove nasce?
Michele - Pino nasce come personaggio del cabaret per mettere in scena una tipicità loacle, lui è una macchietta del sassarese. Attraverso studi teatrali poi la sua figura si è molto arricchita.
Perché è così amato anche dai non sassaresi?
Michele - La chiave è quella del clown, minimo denominatore della comunità intera. Tutti si riconoscono un po' in quel lato stupido, tonto è ingenuo del clown. Poi, Pino conduce una vita normale, nella quale gli capita di tutto anche di intraprendere percorsi difficili e fare scelte sbagliate. E questo arriva alla gente.
A chi non capita di fare errori... Però Pino ha sempre la risposta per tutto.
Michele - La risposta sbagliata (ride ndr). Ha soprattutto una grande prontezza di riflessi.
Perché acquistare il libro?
Michele - Per ridere. Leggerlo per essere di buon umore. Leggerlo e poi metterlo nel cassetto del comodino, pronto da essere preso in mano nei momenti di tristezza o malinconia.
Spettacoli in piazza, teatro, tv, un film ('Bianco di Babbudoio', debutto al cinema il 17 marzo 2016 ndr) e adesso un libro. Che altro volete fare?
Michele - Miss Italia (ride ndr). Siamo pronti alla passerella con misure 60 90 60.