GIAN MARCO WALCH
Cosa Fare

Chiese e palazzi, viaggio nel tempo della Milano segreta e bellissima

Bruno Pellegrino, medico e scrittore, conoscitore appassionato della città ne svela i particolari

In coda per entrare a Palazzo Reale

Milano - La dedica è francamente inattesa, e simpaticamente irresistibile: "Alla cortese portinaia della casa al n. 2 di via Santa Maria Valle, che un Ferragosto di tanti anni fa mi aprì il cancello che dava adito alla desolata strettoia in cui riconobbi l’ultima traccia, illividita e consunta, dell’antico vicolo di Sant’Alessandrino, scomparso di nome, ma non di fatto".

Di Milano, fatte salve le nuovissime periferie, Bruno Pellegrino sa praticamente tutto. Giovanissima classe 1936, napoletano solo per i suoi primi quattro anni, di professione medico, o scrittore? chissà, collaboratore di numerosi quotidiani, in prima fila Il Giorno, la sua Milano l’inarrestabile Pellegrino l’ha raccontata in una lunga serie di volumi. Ultimo, per ora, appena edito da Newton Compton, “Il libro dei viaggi nel tempo di Milano”: densissima quanto godibile cavalcata di oltre 300 pagine.

Bruno, perché un altro libro su Milano? "Di libri sulla nostra città ve ne sono fondamentalmente di due tipi: quelli che si sfogliano per passatempo e quelli che si leggono con grande trasporto e interesse". Si leggono e si scrivono... "Certo, il mio ultimo lavoro mi ha impegnato otto ore al giorno per otto mesi. Un tentativo di condurre per mano il lettore alla riscoperta di quanto dietro la moderna edilizia è restato dell’antica. Chiese e palazzi, ma anche monumenti minori, tipo le ‘crocette di San Carlo’, che ho citato e descritto precisandone l’esatta collocazione, via e numero civico, per consentire di poterli facilmente individuare. Perché i monumenti accreditano la storia e dalla storia medesima ricevono prestigio". Prima pagina: Milano preistorica. "Già. Un centinaio d’anni fa, trivellando il terreno nei pressi dell’Arena, si trovarono conchiglie fossili: Milano, al pari di Venere, è nata dal mare". Ultima pagina: i Giardini Pubblici e lo Zoo, ineffabile svago dei fanciulli d’un tempo. "Struttura piuttosto angusta, siamo sinceri. Prima su quell’area esisteva la ‘Vaccheria comunale’: una grande stalla per le mucche della Fattoria Vittorini. Le maestre vi portavano gli alunni in gita scolastica". In mezzo, pagina dopo pagina, i templi pagani e i sette martiri della Chiesa milanese, la garçonnière di Radetzky alla Villa Reale, Palazzo Tarsis e il popolare Vesteron. Un tesoretto nascosto? "Il campanile della chiesa della Sanità. Del tutto celato al passante. Ma se, per una porticina del coro, e con il permesso del curato, riuscite a raggiungere il retrostante cortile, ecco inatteso comparire il garbato campaniletto, rarissimo, anzi, forse unico esemplare in Milano del tipo ‘a vela’, con una minuscola cella campanaria sottolineata da un balconcino in ferro battuto. Civettuolo".