“Tutto ciò che splende non è oro”: la mostra di Fabrizio Dusi nella sede storica di Banca Ponti

Un allestimento di opere d’arte contemporanea in un contesto inusuale: l’intervista all’artista e tutte le informazioni.

Folle, Dusi

Folle, Dusi

MILANO, 5 agosto – Luccichii e led fluo animano la sede storica di Banca Cesare Ponti, una delle più antiche di Milano. Mostra singolare, per luogo e modalità di esposizione, quella organizzata da La Galleria - corporate collection di BPER Banca - con il patrocinio del Comune di Milano.

L’allestimento e i temi 

L’allestimento, curato da Giorgia Ligasacchi, ospita una selezione di opere create ad hoc dall’artista contemporaneo Fabrizio Dusi (Sondrio, 1974). Il titolo, “All that glitters is not gold“, “Tutto quello che splende non è oro”, è, in realtà, una citazione dallo shakespeariano Mercante di Venezia. La scritta - o il monito - campeggia sotto forma di neon, ben visibile dall’esterno, proprio sulla porta d’ingresso della Banca. Il contrasto, che già si instaura con un contesto tanto inusuale, diviene ancora più stridente se si rivolge lo sguardo alle altre opere. Sono color oro, molte pure rivolte verso la strada. E una delle caratteristiche peculiari dell’esposizione è proprio l’orientamento di parte della mostra verso l’esterno, al fine di coinvolgere anche i passanti. «Mi piaceva l’idea di sfruttare le vetrate per parlare direttamente alla strada, rivolgermi verso il contesto di Piazza Duomo e rendere visibile la mostra 24 ore su 24.», spiega Dusi, «Faccio arte per comunicare, sembra banale ma è così, l’arte è anche un modo per farsi ascoltare» continua. E proprio i concetti di comunicazione, individualità e dialogo offrono la chiave di volta per comprendere il significato delle opere esposte, come le “Folle”. Rappresentazioni in stile pop-fumettistico di gruppi di persone accalcate l’una sull’altra, tutte con la bocca spalancata, ma senza orecchie. Il significato? La ricerca esasperata dell’espressione di sé, unita, però, alla totale indisponibilità ad ascoltare l’altro. Una comunicazione che, in questo modo, diviene “a senso unico”, finendo per negare se stessa. Tuttavia, aggiunge Giorgia Ligasacchi, «la speranza è racchiusa nell’ottimismo cromatico e nella scelta del linguaggio pop contemporaneo – semplice, diretto e comprensibile a tutti – e del materiale utilizzato, che si fa portavoce di un messaggio positivo e di fiducia verso il prossimo, verso una ritrovata comunicabilità e armonia umana».

I materiali

Dimenticate le tele, l’artista ha scelto tutt’altro supporto per le sue opere e motiva: «Ho deciso di utilizzare le coperte isotermiche principalmente per due motivi: anzitutto perché, nella nostra esperienza quotidiana, simboleggiano un mezzo di protezione, di soccorso nei momenti di emergenza. Ma non solo: le ho scelte anche per il loro luccichio dorato, che si lega strettamente al tema della mostra, tutta costruita attorno al contrasto tra ciò che costituisce l’involucro esterno, talora ingannevolmente attraente, e l’essenza interiore delle cose».

La sfida

«Sicuramente la scelta di un tema del genere per una mostra allestita e, anzi, studiata appositamente per gli ambienti di una banca è stata coraggiosa, – aggiunge Sabrina Bianchi, Responsabile del Patrimonio Culturale di BPER Banca – ma il nostro desiderio era di coinvolgere ogni visitatore affinché, grazie ai lavori di Dusi, potesse soffermarsi sulla rilevanza dell’arte del comunicare, specie nel mondo di oggi».

Gli appuntamenti 

La mostra è stata inaugurata il 1° giugno e rimarrà visitabile sino al 15 ottobre 2023, dall’esterno durante agosto e anche con una visita guidata gratuita agli spazi interni della Banca tutti i mercoledì e i giovedì a partire dal 6 settembre, previa prenotazione su eventbrite.it.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro