GIUSEPPE DI MATTEO
Cosa Fare

'Wanted man', quando le tinte forti si addicono alle rockstar

Esposti alla Mondadori di piazza Duomo fino all'11 settembre ritratti dell'artista pavese Bianca Lodola

Il ritratto di Janis Joplin, una delle protagoniste della mostra

Milano, 24 agosto 2016 - Un tributo su tela ai miti del rock’n’roll sulla scia di Andy Warhol. Bianca Lodola, artista 21enne di Pavia, è un talento in erba con la voglia di stupire. La musica rock per lei è sempre stata una grande passione sin dall’infanzia, ma nel tempo ha pian piano lasciato le pareti della sua cameretta per emigrare nel suo atelier e combinarsi con il suo estro creativo, educato da anni di studio all’Accademia delle belle Arti di Brera, e allo stesso tempo reso selvaggio dalle pennellate dense di colore che affollano i suoi dipinti, nati con lo smalto di vernice direttamente sulla tela, e che a tratti ricordano le frustate cromatiche di Van Gogh.

La sua mostra 'Wanted Man', curata da Luca Beatrice e Red Ronnie, e in scena al Mondadori Store di Piazza Duomo fino all’11 settembre, è una galleria di volti simile a quella che Andy Warhol - l’indiscusso re della Pop Art - aveva realizzato nel 1964 al New York State Pavillion decorandone la facciata.

Ma mentre il grande artista americano aveva deciso di abbellire la parete con le foto segnaletiche di tredici ricercati, Bianca ha preferito ricordare quel celebre precedente a modo suo, rendendo omaggio ad alcuni giganti che hanno fatto la storia della musica contemporanea tra gli anni ‘60 e i ‘90, da Bob Dylan a Mick Jagger, da Keith Richards a Robert Smith (leader dei Cure), senza dimenticare i Beatles, Jim Morrison e Kurt Cobain. Quindici tele in tutto, anche se solo otto hanno avuto il privilegio di essere esposte in sala, naturalmente accompagnate da un sottofondo musicale di quegli anni.

"Ho scelto il titolo della mostra per caso mentre ascoltavo la canzone 'Wanted man' di Johnny Cash, (un altro dei protagonisti da lei immortalati, ndr), che parla di alcuni uomini ricercati dalla polizia - spiega Bianca -. Bazzicando su internet mi sono accorta che quasi tutti i miei miti avevano avuto dei guai con la giustizia finendo sulle foto segnaletiche, soprattutto perché avevano più volte sfidato l’autorità. Così li ho messi insieme".

Di questa singolare processione fa parte anche un 'intruso', che con la musica ha poco a che vedere, ma che a suo modo celava il ruggito della rock star: Frida Kahlo, artista messicana che ha fatto della trasgressione il suo marchio di fabbrica. «Adoro i personaggi come lei - spiega Bianca- per me l’arte è una questione di istinto. Le mie opere sono luminose anche senza elettricità, basta la vernice".

Una storia del rock scritta di getto, con la penna raffinata dei colori, per fare dell’arte una zona franca di libertà, anche a costo di passeggiare tra diverse generazioni. "Quei musicisti erano artisti delle note - conclude - e creavano capolavori perché erano persone libere. Lo stesso cerco di fare io quando dipingo".