
Un cannone (Stefano Torrione)
Milano, 15 luglio 2017- Famosissimo il passo dello Stelvio, i suoi quaranta tornanti sul versante lombardo, quarantotto su quello altoatesino, paradiso per i motociclisti, purgatorio, se non inferno, ma sempre ambito, per i pedalatori. Sconosciuto invece ai più il monte Scorluzzo, che il passo domina poco più di trecento metri piú in alto, a quota 3095. Il suo nome resta però legato, nei libri di storia, allo scoppio della prima guerra mondiale.
Se lo Stelvio segnava il confine fra Regno d’Italia e Impero Austro-Ungarico, il monte Scorluzzo era ben addentro in territorio italiano. E il custode della Terza Cantoniera, un alpino semplice di Grosotto l’esperto Giuseppe Tuana, che quella zona conosceva perfettamente, s’impegnò a fondo nello spiegare ai comandi militari l’importanza strategica della cima. Inutilmente. Ai generali non interessava “tenere” lo Stelvio. Dalle note di guerra del Battaglione Tirano: “4 giugno 1915. Verso le 14 lo Scorluzzo viene occupato da una pattuglia austriaca di 10/12 uomini. Il nostro comando dà ordine alla 48esima di riprendere lo Scorluzzo, poi l’ordine viene ritirato. Alle ore 17 lo Scorluzzo è in mano a sessanta uomini austriaci”. Iniziava l’interminabile guerra sul fronte dei ghiacci. Sino ai 3600 metri. Stefano Torrione è un fotogiornalista di lungo corso. Nato ad Aosta nel 1962, si è sempre dedicato al reportage geografico ed etnografico, viaggiando e lavorando in molti Paesi. Ha iniziato a farsi conoscere negli anni Novanta: nel 1994 vinse ad Arles il “Panorama Premio Europeo Kodak” per il suo drammatico fotoracconto della vita dei bambini di strada di Bucarest. Autore di “Alpimagia”, una ricerca durata cinque anni, e centomila chilometri, dalla Liguria al Friuli, alla riscoperta di antichi riti e misteri, Torrione presenta ora alla Fabbrica del Vapore “La Guerra Bianca”, una mostra che, ancora nel centenario della guerra ‘15-‘18, rievoca l’assurdità dello scontro bellico in alta montagna, una carneficina in cui persero la vita 150mila uomini e 80mila animali. Settanta immagini d’ampio formato, corredate da altre foto d’epoca e mappe esplicative. Con la guida di Marco Gramola, Stefano Torrione ha esplorato l’Ortles-Cevedale, l’Adamello, la Marmolada, ritrovando scheletri di baracche, trincee, gallerie scavate nella roccia, passerelle affacciate sul vuoto. Cannoni e fucili. Persino scarponi, scatolette di sardine, fotografie di fidanzate.
Fabbrica del Vapore, Milano, via Procaccini. Fino al 5 novembre.