
Chiara Dello Iacovo
Milano, 17 febbraio 2016 - Sulla copertina del suo primo album campeggia l’immagine di una ragazza sbarazzina alle prese con una giornata come tante, da affrontare sorseggiando una tazza di caffè. Si intitola, non a caso, “Appena Sveglia” il disco di Chiara Dello Iacovo, presentato lunedì 16 alla Feltrinelli di Milano. Un percorso musicale e poetico di una giovane promessa che, a soli 20 anni, ha già inciso il suo nome sul palco del teatro Ariston, classificandosi seconda tra le nuove proposte del Festival di Sanremo con il suo brano “Introverso”, a un passo appena dall’Olimpo.
Alle spalle studi di pianoforte, sin dalla tenera età, e di musica classica, accompagnati da una lunga sbirciatina nel bagaglio musicale dei genitori, prima di scoprire la passione per il canto e il fascino dei cantautori nostrani. Nel 2013 partecipa al San Jorio Festival, vincendo nella categoria “Cantautori”, mentre l’anno successivo trionfa nella sezione “Inediti”. Sempre nel 2014 si aggiudica tre premi al Tour Music Fest e firma il contratto con l’etichetta Rusty Records, iniziando così il suo percorso da cantautrice, che la vede partecipare anche al talent show “The Voice of Italy 2015”.
Dieci le canzoni del suo album, lungo un filo rosso che parte dal legame speciale con le città. Come nel brano ‘Genova’, nato dal luccichio delle sue persiane verdi: “Le considero delle fidanzate - racconta - e avevo scritto anche un pezzo su Roma, ma poi non è entrato a far parte dell’album”. La più suggestiva rimane la sua Asti, vissuta nella dimensione particolare della clandestinità, come dimostrato dai versi de ‘La mia città’, breve autobiografia su note di un non senso di appartenenza. E poi, ‘La rivolta dei numeri’, che affronta reminiscenze liceali e il rifiuto della matematica con l’ironia di una filastrocca. L’esperienza sanremese è ancora fresca: “Mi ha lasciato le persone - precisa - e, anche se mi è dispiaciuto non vincere una volta arrivata a lottare per il primo posto, ci ha pensato Pif a riportarmi il buon umore”.
Sul palchetto ogni brano è riproposto alternando pianoforte e chitarra, cui fa da ancella una grande voce, per la gioia dei fan presenti, che hanno improvvisato anche qualche gustoso duetto. Il futuro è incerto, ma intrigante: “Vorrei dedicarmi ancora allo studio del basso e a un corso di cultura e letteratura moderna - conclude - ma non so ancora esattamente dove voglio andare". Milano è la terza tappa del suo Instore Tour, che tocca 15 città italiane. Il primo disco è pubblicato, ma per ora Chiara è ancora un’anima da plasmare.
di GIUSEPPE DI MATTEO