RUBEN RAZZANTE
Milano

I simboli a rischio

Antiche farmacie dove i milanesi compravano unguenti e pozioni, storiche pasticcerie dove si sfornavano i primi panettoni meneghini, negozi artigianali che portano i segni dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale

Milano, 18 gennaio 2017 - Antiche farmacie dove i milanesi compravano unguenti e pozioni, storiche pasticcerie dove si sfornavano i primi panettoni meneghini, negozi artigianali che portano i segni dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Milano è un mosaico di culture e tradizioni, che si materializzano nelle (poche) centinaia di botteghe storiche che ancora resistono in città ma che sono a rischio estinzione. I dati della Confcommercio non sono confortanti: delle 6.770 insegne ultracinquantenni a Milano nel 2015, solo 6.532 sono riuscite a sopravvivere nel 2016. In 12 mesi abbiamo perso 238 patrimoni storici e culturali. Pezzetti dell’antica Milano che ci raccontavano storie di imprese familiari e che trasmettevano quel senso di comunità che ha sempre reso Milano una realtà che si scopre a fatica ma che – quando decide di mostrarsi – si rivela in tutta la sua austera bellezza.

Fra le botteghe storiche della città abbiamo l’Antica Farmacia di Brera, fondata da Carlo Erba nel 1812, seguita dalla macelleria ‘Brigo’ di via Santa Croce, nata nel 1892, e la storica pasticceria ‘Villa Caffetteria’ di piazzale Cadorna che addolcisce le mattine dei milanesi dal 1896. Poi c’è il Bar Ristorante ‘Il Baretto’ di via Senato, nato nel 1964 e molto amato dallo scrittore Eugenio Montale. Tutti esercizi commerciali che sono in attività - da sempre - nelmedesimo compartomerceologico e che conservano totalmente, o in parte, i caratteri costruttivi, decorativi e di interesse storico, urbano e architettonico delle loro origini. Il rischio di perdere questo patrimonio cittadino, però, c’è ed è concreto. A metterlo a repentaglio è innanzitutto la continua – e a volte sleale – concorrenza da parte di catene commerciali che offrono prodotti simili a prezzi decisamente minori. Il caro affitti e la difficoltà di sostenere le spese di un’attività commerciale in un quartiere storico, infine, sferrano il colpo finale alla sopravvivenza di questi piccoli gioielli. Cosa si può fare perché Milano non perda parte della sua tradizione commerciale? Dalla Confcommercio è arrivata una piccola proposta: un bando per giovani imprenditori che decidono di rilevare un’attività commerciale o un pubblico esercizio con almeno un quarto di secolo. Da parte delle istituzioni dovrebbe arrivarne un’altra ancora più forte, visto che non possiamo permetterci di vedere sgretolata la storia di Milano. Iniziative pubbliche di fundraising e raccolta fondi, anche attraverso la creazione di start up innovative, potrebbero dare forza e concretezza a questa nobile battaglia.