Opto Engineering, visione vincente: donne ai vertici e via al raddoppio

Azienda di Mantova leader nel settore supertecnologico, rinnova la casa madre con un progetto alla Olivetti

Claudio Sedazzari, fondatore di Opto Engineering

Claudio Sedazzari, fondatore di Opto Engineering

Mantova - Il settore è quello supertecnologico della "visione artificiale" (che, per esempio, deve controllare il montaggio dei chip nei telefonini). Le parole chiave sono innovazione, responsabilità sociale dell’azienda, sostenibilità. La casa madre – e questo può stupire qualcuno – è a Mantova e non in una metropoli, segno che anche una piccola città può incubare esperienze tecnologiche di successo. Segmenti di nicchia che devono resistere alle emergenze energetica, della guerra in Ucraina, e del rincaro delle materie prime. E lo fanno. Lo conferma Claudio Sedazzari, il fondatore di Opto Engineering, azienda mantovana all’avanguardia nella “machine vision”. "La crisi bellica ci ha solo sfiorato, perché fortunatamente il mercato russo e quello di Kiev sono marginali per noi – spiega – ma l’effetto è stato indiretto in quanto ha colpito molte delle aziende per le quali lavoriamo".

E il caro energia e le speculazioni sulle materie prime? "Anche in questo caso la ripercussione è stata indiretta, la nostra produzione non è energivora ma comunque c’è stato un raddoppio dei costi e lo stesso vale per le materie prime che usiamo per le nostre lenti. Questi rincari, che toccano anche i nostri fornitori, stanno provocando un aumento a catena dei listini". Nonostante, tutto, però il brand tecnologico virgiliano guarda avanti. Nata nel 2002, l’azienda ha realizzato un fatturato di oltre 20 milioni di euro l’anno scorso, ottenuto per l’80% all’estero. Per il ventennale Opto si lancia in un progetto che prevede il trasferimento e rinnovo della casa madre, la triplicazione della produzione, il raddoppio dei dipendenti. L’area scelta per il nuovo stabilimento (Borgochiesanuova) farà da volano al progetto di rigenerazione urbana promosso dal Comune per risollevare una zona degradata delle periferia. E l’azienda, coerentemente a una visione che sarebbe piaciuta ad Adriano Olivetti, realizzerà oltre al proprio quartier generale di 6mila metri quadri, anche una serie di residenze per dipendenti e semplici cittadini.

L’investimento è di 8 milioni di euro, i cantieri apriranno a inizio 2023 e i lavori dovrebbero concludersi al massimo in altri due anni. Il personale – giovanissimo (età media 32 anni) – spesso formato da ragazzi e ragazze provenienti da tutta Italia e addestrati a Mantova, dovrebbe raddoppiare: dagli attuali 105 dipendenti (75 distribuiti tra il quartier generale e una filiale a Milano, gli altri nelle sedi commerciali di Houston, Shanghai e Monaco di Baviera) a 200. Il welfare aziendale, poi, è una delle componenti determinanti del successo di Opto. E anche la presenza femminile: "Applichiamo forse un pregiudizio all’opposto – racconta orgogliosamente Sedazzari – dei 7 dirigenti di primo livello 4 sono donne, e lo stesso succede per tutti gli altri livelli aziendali". È l’ennesima vision controcorrente di Opto, ma sembra portarle fortuna.