Paula Almeida, morta dopo le dimissioni. Doveva fare risonanza: primo posto il 28 gennaio

Mantova, indagine sul decesso: due accessi al Pronto soccorso in 24 ore

Paula Almeida

Paula Almeida

Mantova, 30 dicembre 2022 - ​Aveva prenotato una risonanza magnetica per il 28 gennaio, ma qualcosa di oscuro l’ha uccisa prima che l’esame fosse effettuato. Sarà necessaria l’autopsia, fissata per domani, a fare luce sulla morte di una giovane mamma di origine brasiliana, spentasi nel suo letto dopo che per tre volte era finita al pronto soccorso dell’ospedale Carlo Poma di Mantova. Sul caso ha aperto un’inchiesta la Procura della Repubblica virgiliana.

Paula Almeida, 37 anni, due figli di 2 e 6 anni, viveva con la famiglia e i suoceri a Cittadella, un quartiere semiperiferico del capoluogo. Le sue vicissitudini sanitarie erano iniziate un paio di settimane fa. La donna era stata accompagnata dal marito in ospedale dopo aver accusato forti dolori a un braccio e al torace. I sanitari l’avevano visitata, non avevano diagnosticato nulla di preoccupante; quindi era stata dimessa. Una cosa però le era stata raccomandata: di fare un controllo approfondito con una risonanza magnetica. Tornata a casa Paula aveva tutte le intenzioni di seguire le prescrizioni dei medici ma aveva scoperto che, prenotando con il servizio pubblico, la risonanza l’avrebbe avuta dopo sei mesi. Allora ne aveva fissata una privata a pagamento per il 28 gennaio. Dal primo allarme intanto erano passati dieci o dodici giorni.

Nelle prime ore del 27 dicembre la donna sta di nuovo male, tanto da dover tornare in piena notte al Pronto soccorso del Poma: il suo accesso è registrato alle 3.58 minuti, in codice verde. Ed è terminato con le dimissioni. Meno di 24 ore dopo i dolori tornano ad attanagliare Paula. Il braccio e il torace le fanno male, un’ambulanza la porta in ospedale alle 4.31. Le viene dato un ansiolitico, perché è molto agitata e i sanitari le dicono di aspettare, forse per eventuali ulteriori esami: il codice da verde passa ad arancione. Lei però a un certo punto esce e torna a casa. Una volta rientrata, però, le sue condizioni peggiorano. I parenti chiamano il 118, allarmatissimi: "Venite subito, non respira" dicono al telefono. Un’ambulanza e un’auto medica arrivano a Cittadella ma è troppo tardi: la giovane mamma è già spirata e non resta che cercare di capire cosa sia effettivamente successo.

La sua tragica fine ha messo in moto la Comunità Piccolo Brasile, un’associazione che raccoglie cittadini ‘carioca’ residenti nel Mantovano. Tra di loro c’è dolore e preoccupazione. "Non abbiamo dubbi sulla sanità italiana e su quella che ci assiste a Mantova – commenta la presidente della Comunità Ana Viera – ma temiamo che in caso di emergenza possano esserci fraintendimenti tra pazienti e dottori, magari per la lingua o perché noi brasiliani siamo particolarmente emotivi. Se serve, siamo pronti a offrirci come mediatori culturali, perché è già successo che qualcosa sia andato storto solo per una frase o un atteggiamento non compresi".