Kenya, abusi su un bimbo di 3 anni: ergastolo per un 50enne mantovano

L'uomo, imbianchino di Goito, era stato arrestato sei mesi fa con l'accusa di aver violentato il figlio adottivo dell'ex moglie

Il 50enne mantovano è stato condannato all'ergastolo

Il 50enne mantovano è stato condannato all'ergastolo

Goito (Mantova) - Condannato all'ergastolo da un tribunale del Kenya per aver abusato di un bimbo di 3 anni: è ora rinchiuso nel carcere di Kisumu (terza città del Paese) P.C., 50enne di Goito, in provincia di Mantova. Era accusato di aver abusato sessualmente del piccolo figlio adottivo dell'ex moglie keniana, sposata sei anni prima e da cui si è poi separato, pur continuando a frequentarla.

Come riportano media nazionali segnalando la condanna, la denuncia presentata dalla donna risale allo scorso 15 febbraio. Il giorno dopo la polizia arrestò P.C. a Manyatta, quartiere popolare di Kisumu, nella regione del Lago Vittoria. L'uomo è stato rilasciato su cauzione e da lì sono partite le indagini in cui sono confluite visite, referti medici e testimonianze.

Dopo sei mesi è arrivata la sentenza: carcere a vita per il mantovano, di professione imbianchino, che si è sempre proclamato innocente. L'avvocato Isaac Odero che segue il delicato caso, in costante contatto con l'Ambasciata d'Italia a Nairobi, ha annunciato che  presenterà ricorso in appello. «Le evidenze che hanno portato a questa sentenza hanno numerose lacune - spiega Odero  - il medico non ha dato dettagli convincenti sugli eventuali danni subiti dal bambino e non è stata consegnato alla corte nessun esame che rilevasse Dna estraneo su di lui. Siamo convinti di avere margini per ribaltare la sentenza».

P.C. è un assiduo frequentatore del Paese africano, vi si reca in vacanza da tempo per due mesi all'anno tra gennaio e febbraio. Ha conosciuto la donna keniana una decina d'anni fa e l'ha portata in Italia, dove i due si sono sposati legalmente, come conferma la sorella del mantovano. Dopo la separazione, P.C. ha continuato a mantenere la donna, anche quando ha scoperto che lei aveva adottato il piccolo. Madre e figlio adottivo lo hanno anche raggiunto in Italia alla fine dell'anno scorso.

«È una sentenza assurda - racconta all'Ansa la sorella, che vive a Brescia - P. non sarebbe in grado di compiere un atto del genere, in più è molto affezionato a quel bambino, così come lui a mio fratello. Ci ha chiamato dal Kenya il 18 febbraio dicendo che lo accusavano di qualcosa che non aveva commesso, ma era convinto di potersela cavare in poco tempo».