Ferrari Casearia, 200 anni votati al ‘grana’: dalla cascina alle tavole d’Europa

Il traguardo dell’azienda lodigiana che ha unito alla tradizione l’attenzione al brand

L'evento per festeggiare i 200 anni di Ferrari Casearia

L'evento per festeggiare i 200 anni di Ferrari Casearia

Ossago Lodigiano (Lodi) – L’azienda ‘Ferrari Giovanni Industria Casearia’ di Ossago Lodigiano compie 200 anni. Un traguardo che ha raggiunto grazie alla capacità di innovare e anticipare le richieste del mercato e grazie alle figure pionieristiche, prima fra tutte, Giovanni Ferrari.

E ieri, a palazzo San Cristoforo, sede della Provincia, la Ferrari ha celebrato l’anniversario con un evento. L’industria casearia è stata raccontata dalle voci dei suoi protagonisti e per l’occasione, è stato illustrato il libro di foto d’arte ‘Ferrari Giovanni Industria Casearia-200 anni’, presentato dall’artista Carlo Valsecchi e dal giornalista Angelo Pannofino, che racconta l’azienda, in 11 capitoli, dalle origini ad oggi. Laura Ferrari, presidente dell’azienda, sottolinea, insieme alle sorelle Silvia e Claudia come si tratti di "un’operazione inedita per un’industria casearia, confrontarsi con l’arte". Presenti, oltre a Ferrari, Massimo Estrinelli, managing director aziendale, Valsecchi, che ha realizzato 36 scatti, in analogico, per il volume; Pannofino, autore della parte testuale, Alessandro Spada, presidente di Assolombarda, con Paul Renda che guida i Giovani imprenditori dell’associazione, oltre a rappresentanti della Provincia.

L’azienda ha raggiunto un volume d’affari di 157 milioni (nel 2022), e conta 175 dipendenti diretti, distribuiti tra i due impianti produttivi di Ossago e Fontevivo, che nel 2022 hanno prodotto circa 91,9 milioni di confezioni di formaggio (di cui più di 67 milioni sono buste di grattugiato). Nel 1800 il Lodigiano era una terra rinomata per l’attività agricola e lattiero-casearia, sviluppata sin dal XII secolo. È in questa zona che si producevano sia il “buttirro” sia il formaggio volgarmente detto “grana”, conosciuto come “formaggio lodigiano”.

L’azienda è partita con un piccolo caseificio nel cuore della Pianura Padana. Era impossibile trasportare il latte e quindi l’oro bianco veniva lavorato in gran parte nelle cascine e trasformato in burro, mascarpone e grana. Peppino Rossi, con intuizione, acquistò il caseificio e iniziò a produrre burro di qualità superiore. Suo nipote Silvio Ferrari, negli anni Venti, superò i confini della Lombardia. E da lì la crescita fu costante. Oggi l’azienda conta due sedi, a Ossago Lodigiano e a Fontevivo di Parma e successo in tutta Europa. Ha puntato sul valore distintivo dei marchi, sul confezionamento dei prodotti e l’alta qualità riconosciuta ormai ovunque.