
Sequestrati 31mila metri quadri nei comuni di Caselle Landi, Santo Stefano e Cornovecchio. C’erano motrici, escavatori, rottami ed attrezzi agricoli in metallo senza protezioni per l’ambiente.
Deposito non autorizzato di rifiuti metallici su 31mila metri quadrati di terreni, scatta il sequestro. I tre proprietari e il titolare dell’impresa individuale coinvolta sono stati denunciati. Questo il bilancio delle indagini, completate con ispezioni via cielo e via terra, della guardia di finanza del comando provinciale di Lodi e in particolare della compagnia di Casalpusterlengo, competente per il Basso Lodigiano. I quattro indagati sono tutti incensurati, residenti nel Lodigiano, italiani, di età compresa tra i 30 e i 50 anni e appartenenti alla stessa famiglia. Terreni che si trovano precisamente nei comuni di Caselle Landi, Santo Stefano Lodigiano e Cornovecchio, per gli inquirenti, "venivano utilizzati come deposito non autorizzato ed incontrollato di rifiuti metallici". Le aree sono di proprietà di tre uomini appartenenti al medesimo nucleo familiare, in uso ad una ditta individuale, riconducibile ad un parente degli interessati.
L’indagine si è sviluppata tramite diversi sorvoli aerei, col supporto degli elicotteri del reparto operativo aeronavale di Como - sezione Varese e della seconda squadra unità navali Cremona e successivi accertamenti in loco. Hanno partecipato anche addetti dell’Agenzia regionale per l’ambiente-dipartimento di Lodi. Le aree in questione sono in aperta pianura, a ridosso del bacino del fiume Po e del Parco Adda Sud e vi sono stati trovate stipate decine di mezzi e arnesi da smaltire. Sono stati scoperti capannoni e numerosi veicoli, tra cui motrici di camion, escavatori, rottami ed attrezzi agricoli in metallo, in parte ricoperti dalla vegetazione, abbandonati nelle aree e privi di cautele adeguate per evitare lo sversamento di olii e liquidi nel terreno. Le fiamme gialle, inoltre, fanno sapere che "le coperture dei capannoni in fibrocemento, nonché diversi cumuli dello stesso materiale individuato, saranno oggetto di riscontro tecnico, per accertare l’indice di degrado dell’amianto eventualmente presente". Il bilancio dei provvedimenti è stato quindi pesante: la finanza ha eseguito il sequestro probatorio delle quattro aree, denunciando alla Procura di Lodi, a piede libero, i proprietari dei terreni e il titolare dell’impresa individuale, in concorso. L’accusa è di aver violato più parti del Testo Unico Ambientale.