Tributo alla rettitudine. Una pietra d’inciampo per Costantino Basile: "Pagò con la sua vita"

L’ex segretario comunale si oppose alle vessazioni dei fascisti. Nel dicembre 1943 fu deportato a Mauthausen dove trovò la morte.

Tributo alla rettitudine. Una pietra d’inciampo per Costantino Basile: "Pagò con la sua vita"

Tributo alla rettitudine. Una pietra d’inciampo per Costantino Basile: "Pagò con la sua vita"

"Costantino Basile è stato un eroe. Ha pagato con la vita la sua rettitudine e il suo coraggio. La sua integrità gli costò l’arresto, la prigionia ed infine la deportazione nel campo di concentramento di Mauthausen dove morì il 14 giugno del 1944 a 50 anni". Le parole del sindaco di Caselle Landi, Piero Luigi Bianchi hanno risuonato ieri mattina nel piazzale antistante il Municipio, dove Basile viveva e lavorava, poco prima che il primo cittadino stesso posasse, quasi in ginocchio, proprio davanti al portone, la pietra d’inciampo a memoria del segretario comunale prelevato dai fascisti il 9 dicembre del 1943, portato in carcere a San Vittore e poi spedito dal binario 21 nel campo di concentramento. La sua colpa? Opporsi strenuamente alle continue vessazioni delle brigate nere, l’ultima delle quali rivolta ad ottenere i soldi della cassa per i poveri per ristrutturare la casa del fascio. Lui, integerrimo, disse no ancora una volta.

Presenti ieri, oltre a diversi sindaci della Bassa, ai rappresentanti delle associazioni combattentistiche locali, alla consigliera regionale Roberta Vallacchi, al capo di Gabinetto del Prefetto di Lodi Stefano Musarra, anche la nuora del segretario comunale deportato, Paola Gussoni e i suoi figli Luisa e Alberto Costantino. La cerimonia ha vissuto attimi di grande emozione nel momento della posa del blocco di cemento placcato di ottone con indicati il nome e le date del trasferimento a Mauthausen e della morte. "La pietra che oggi inauguriamo è il simbolo tangibile del nostro impegno a preservare la memoria ed essa ci ricorda che quest’ultima è un faro nel presente, una guida che ci aiuta a comprendere le sfide attuali, a combattere l’indifferenza ed a costruire un futuro in cui la tolleranza e la giustizia siano i pilastri. L’esempio di Basile sia un monito costante, un richiamo alla nostra responsabilità di custodi della memoria e promotori di giustizia" ha ribadito il primo cittadino. Poi l’assessore alla cultura, Eleonora Gaboardi ha letto uno scritto per ricordare la biografia del funzionario comunale: originario di Martina Franca (Taranto), diplomatosi in ragioneria, ottenne l’incarico di segretario municipale e, tra il 1924 e il 1926, fu a Codogno dove conobbe la moglie originaria di Fombio e poi giunse a Caselle Landi nel 1938 e, in quel periodo, nonostante fosse un obbligo, non si iscrisse al partito fascista. "Oggi è una giornata importante, simbolicamente riportiamo a casa un eroe che ha fatto di tutto per aiutare la popolazione di Caselle" ha detto Gaboardi. La benedizione del parroco don Davide Scalmanini ha suggellato l’intensa cerimonia.