Lodi, screening sui bambini di famiglie contagiate dal Covid

Per ora sono una decina i soggetti da 4 a 16 anni venuti a contatto con la malattia coinvolti nell’indagine

Il sindaco Sara Casanova

Il sindaco Sara Casanova

Lodi, 6 agosto 2020 - Una decina di bambini tra i 4 e i 16 anni che hanno avuto casi di Covid in famiglia prenderà parte, oggi, su base volontaria, ad uno screening sierologico promosso dall’Università degli Studi di Milano. "La ricerca, che consentirà di analizzare i dati sui casi Sars Cov2, è importante per dare risposte ed evitare problemi in futuro, per cui abbiamo voluto cogliere l’occasione data dall’università - afferma la sindaca di Lodi, Sara Casanova - Abbiamo incrociato i dati del nostro database con quelli dell’Ats inviando un’informativa alle famiglie che hanno avuto casi di Covid per chiedere loro di far sottoporre i bambini al sierologico. Per ora hanno aderito una decina: per essere sottoposti al test i bambini verranno accolti presso il comando di Polizia locale da volontari della Croce Rossa: in tal modo garantiremo privacy e distanziamento. Per le famiglie che non potranno esserci ma che vorranno ripresentarsi vedremo di trovare un’altra data per il test entro la fine del mese. In ogni caso l’università riceverà solo dati anonimi".

"L’indagine - ha spiegato Gianluca Martino Tartaglia, della scuola di specializzazione in Ortognatodonzia della Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Milano - è partita subito dopo il lockdown nei Comuni di Segrate e Vimodrone, grazie ai kit per test diagnostici anticorpali (IgG e IgM) donati dalla fondazione Akusia onlus. Poi, via via, abbiamo coinvolto i comuni di Rodano, Sesto San Giovanni, Peschiera Borromeo, Crema, Borghetto Lodigiano e ora Lodi. Il problema di questa malattia è che c’è un 40% di asintomatici, difficili da individuare. Di conseguenza, abbiamo pensato di verificare la presenza delle immunoglobuline che si sviluppano in reazione alla malattia nei minori conviventi con casi di Covid conclamato. Finora abbiamo raggiunto un centinaio di bambini, numero già ritenuto sufficiente come campione statistico. Questi dati, che vogliamo confrontare con quelli dei colleghi veneti, risultano particolarmente importanti data l’immimente riapertura delle scuole". Il test viene effettuato attraverso un semplice “pungidito“: "È semplice, poco costoso e ci permette di svolgere un’analisi su un interessante target di popolazione", conclude Tartaglia. Insieme al sierologico verrà eseguito un prelievo salivare, da usare come eventuale test del tampone. Solo in caso di positività scatterà l’isolamento e la segnalazione al medico curante.