Scuola, esenzioni difficili per gli stranieri a Lodi: "I bambini non sono strumenti"

Bacchettata del ministro Bussetti

Dibattito acceso durante la commissione Welfare

Dibattito acceso durante la commissione Welfare

MiLodi, 25 settembre 2018 - «Non bisogna mai strumentalizzare i bambini per fini particolari». Il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha commentato così il nuovo regolamento per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate deciso dalla Giunta di centrodestra che a Lodi sta tenendo banco da due settimane. Il ministro ha lanciato anche un appello al sindaco Sara Casanova: «Spero nella sensibilità degli amministratori locali: che trovino in fretta una soluzione non mettendo in difficoltà questi ragazzi». Primo cittadino e maggioranza però tirano dritto e ieri hanno ribadito «di aver agito e di voler agire nel rispetto del principio di equità in base al quale a tutti, indipendentemente dalla provenienza, deve essere garantito il medesimo diritto reale di accesso ai servizi» e che «i casi in cui è stata riscontrata ed è dimostrabile un’oggettiva impossibilità di produrre le certificazioni richieste, verranno singolarmente valutati». 

Il caso in città è scoppiato dopo la stretta sui servizi sociali che restringe la possibilità per gli stranieri di accedere alle esenzioni valide per la scuola pubblica o essere inseriti nelle liste per gli alloggi popolari. Il nuovo regolamento prevede che «ai fini dell’accoglimento della domanda» vengano considerati «anche i redditi e i beni immobili o mobili registrati disciplinati dall’articolo 816 del Codice civile, eventualmente posseduti all’estero e non dichiarati in Italia». Non solo. In un altro comma si precisa che «i cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea devono produrre la certificazione rilasciata dalla competente autorità dello Stato esterno e con traduzione in italiano». Il nuovo regolamento demanda poi alla Giunta l’approvazione di un elenco dei Paesi in cui è «oggettivamente impossibile» per i cittadini acquisire le certificazioni: al momento in lista ci sono solo Afghanistan, Libia, Siria e Yemen. 

Della questione si è discusso in Broletto durante la commissione Welfare. Il consigliere di 110&Lodi Stefano Caserini ha chiesto all’assessore alle Politiche sociali Sueellen Belloni di allargare il numero dei Paesi esenti. A oggi solo 4 famiglie su 94 sono riuscite a produrre la documentazione. «Un massacro - spiega Caserini -. Siamo ormai conosciuti come una città razzista. Chiediamo la sospensione del regolamento». La proposta però è stata respinta dall’assessore Belloni. Intanto l’Associazione degli studi giuridici sull’immigrazione e l’associazione Naga hanno presentato un ricorso al tribunale di Milano contro il regolamento considerato «discriminatorio ai sensi del diritto nazionale e/o del diritto Ue». Udienza il 6 novembre.