Lodi, al Cazzulani spazi insufficienti per tutti gli studenti

Il preside Caccamo lancia l’allarme: "Ci mancano ancora tre aule per accogliere gli alunni, sono in attesa di indicazioni dal Comune"

Il dirigente Demetrio Caccamo dell’istituto comprensivo Lodi 5

Il dirigente Demetrio Caccamo dell’istituto comprensivo Lodi 5

Lodi, 12 agosto 2020 - La scuola media Cazzulani, che ha sede nell’ex collegio ultracentenario di via Dante, chiede, a fronte della pandemia, di riavere il terzo piano, oggi sezione staccata dell’Einaudi, per sistemare le 7 classi in più necessarie per rispettare le norme anti Covid. Ma niente da fare: dovrà modificare biblioteca, aula magna, sala professori per ricavare quattro aule, mentre altre 3 classi sono ancora in cerca di spazi.

"Dopo due mesi di lavoro, per pianificare in un clima di incertezza, sono amareggiato – spiega Demetrio Caccamo, dirigente dell’istituto comprensivo Lodi 5, che comprende il Cazzulani (585 studenti), ma anche reggente dell’Ic Lodi 1, di cui fa parte l’altra scuola media del centro, intitolata ad Ada Negri (540) –. Alla Negri, che è già divisa nell’ex Tribunale e presso la Fondazione Cosway (sempre in via Gorini) avevo “fuori“ 6 classi: ho avuto l’idea di sistemarle alla primaria di corso Archinti. Perlomeno si tratta sempre dell’Ic 1 e non ho bisogno di personale aggiuntivo. Per il Cazzulani, con 7 classi “fuori“, ho proposto che ci venisse restituito il terzo piano del nostro storico edificio: in una situazione di emergenza era la soluzione a portata di mano, con molteplici vantaggi. Gli studenti, più piccoli d’età rispetto a quelli della scuola superiore, alcuni dei quali appena usciti dalla primaria, sarebbero stati tutti nella stessa sede, con meno problemi di sicurezza negli spostamenti. Inoltre non avremmo dovuto spendere soldi sacrificando gli spazi comuni, e ci saremmo già predisposti anche in vista dell’anno prossimo quando sarò costretto a respingere eventuali iscritti in più per carenza di spazi. Anche per l’Einaudi (che dipende dalla Provincia, ndr ), contro cui non ho nulla, sarebbe stata l’occasione per riorganizzarsi, data la distanza dalla sede. E comunque le scuole superiori possono attivare la didattica a distanza e affrontare il problema Covid in altro modo, rispetto alla scuola dell’obbligo. Ma la decisione, in carico agli enti locali, è stata diversa. Si tratta di politica e io non entro nel merito. So solo che ora dovremo occupare interamente la biblioteca, svuotando e liberando gli armadi e rispettando anche i vincoli della Soprintendenza per alcuni testi antichi, l’aula magna e la sala professori, dove il Comune farà i lavori per ricavare 4 aule. Mentre per le altre 3 classi dovremo spostarci: sono in attesa di indicazioni dal Comune; ma senz’altro avrò bisogno di almeno 2 bidelli in più. Delle 5 scuole in centro storico il Cazzulani è la più penalizzata: la pandemia poteva essere un’occasione per una riflessione sugli spazi".