Ospedali, sciopero all’orizzonte a Lodi

L’Asst non partecipa al tavolo con Prefettura e sindacati dedicato al “tesoretto“ e pronto soccorso di Codogno

L’ingresso del pronto soccorso di Codogno, destinato a riaprire dall’inizio di giugno

L’ingresso del pronto soccorso di Codogno, destinato a riaprire dall’inizio di giugno

Lodi, 22 maggio 2020 - Sale la tensione tra i sindacati e l’Asst di Lodi. È fallito ieri il tentativo di conciliazione tra le sigle Cisl, Confsal e Fisi (Federazione italiana sindacati intercategoriali) e i vertici dell’azienda di piazza Ospitale. Al confronto in videoconferenza con la Prefettura di Lodi l’Asst ha deciso di non partecipare. In questo modo i sindacati avranno 10 giorni per indire lo sciopero. Al tavolo si sarebbe dovuto discutere della possibilità di poter utilizzare i fondi raccolti con le donazioni (circa 2 milioni di euro, dicono i sindacati) per premiare in busta paga il personale sanitario, circa 2mila dipendenti, che hanno gestito il primo fronte italiano dell’emergenza coronavirus.

A formare il “tesoretto“ sono stati centinaia di contributi arrivati da privati cittadini e azienda da tutta Italia e che i sindacalisti hanno chiesto più volte all’azienda ospedaliera di rendere pubblici. L’Asst invece sembra intenzionata a utilizzare i soldi del fondo dei lavoratori che non sono stati distribuiti ma che già hanno e che dovranno essere distribuiti dopo la contrattazione aziendale. "Chiediamo all’Asst di fare chiarezza - afferma il segretario provinciale di Confsal Lodi, Stefano Lazzarini -. Non possono essere utilizzati i soldi del fondo dei lavoratori per pagare gli stessi lavoratori, servono soldi extra e le donazioni arrivate devono essere utilizzate per premiare il personale che in questi mesi ha dato tutto". La FP Cisl di Lodi, rappresentata da Paolo Corbo, ha avanzato la proposta di rendere pubbliche tutte le donazioni raccolte finora e di utilizzare quelle arrivate solo dai cittadini per dare un contributo al personale sanitario lodigiano.

Un altro punto ‘caldo’ è quello del pronto soccorso di Codogno che dovrebbe riaprire dal 4 giugno dopo la chiusura del 22 febbraio. Una ventina di infermieri e Oss che lavoravano nel reparto di emergenza/urgenza del Basso Lodigiano, sono stati trasferiti, da fine febbraio, all’ospedale Maggiore di Lodi e ora chiedono all’Asst di poter rientrare al pronto soccorso di Codogno. L’azienda per ora non ha ancora deciso, ma sarebbe determinata a mantenere tutto il personale oggi in servizio per garantire la totale copertura nei reparti dell’ospedale di Lodi e inviare quindi altro personale a gestire Codogno. Intanto, venerdì scorso il personale coinvolto ha inviato una lettera al direttore generale dell’Asst di Lodi, Massimo Lombardo, per chiedre di accogliere le richieste. "Faremo sciopero a oltranza - dice il segretario Fisi, Gianfranco Bignamini -. Abbiamo stampato centinaia di volantini per denunciare cosa sta succedendo nei presidi ospedalieri di Lodi. Incontreremo i rappresentanti Rsu e il personale".