Quando il condono non vale. Tetti rovinati potando i rami: "Paghino i padroni di casa"

Il Consorzio risponde picche a rimborsare i danni: abitazioni troppo vicine al colatore .

Quando il condono non vale. Tetti rovinati potando i rami: "Paghino i padroni di casa"

Quando il condono non vale. Tetti rovinati potando i rami: "Paghino i padroni di casa"

Casa danneggiata dalla caduta di rami. C’è l’assicurazione, ma non per tutti. È il singolare caso di alcune famiglie proprietarie di case limitrofe al colatore Cresmiero, che passa accanto a via Viviani, ma potrebbe esserlo anche di altre abitazioni troppo vicine ai corsi d’acqua. Il caso in questione vede i tetti di alcune abitazioni danneggiati da venti che hanno abbattuto rami finiti sui tetti e anche rami caduti in seguito a potatura. I proprietari di queste case hanno fatto la conta dei danni e si sono rivolti all’impresa che ha regolato gli alberi per ottenere il rimborso spese per la sostituzione delle tegole rotte.

Qui la prima sorpresa. Il Consorzio Dunas, responsabile della potatura degli alberi, ha risposto picche. E, carte alla mano, ha dimostrato di avere ragione. I tetti danneggiati appartengono a case che non rispettano la distanza di dieci metri dalla riva del corso d’acqua. I proprietari anni fa hanno sanato la loro posizione accedendo a un condono che li ha messi in regola. Quindi ritenevano di avere diritto al rimborso. "Non è così – rispondono dal Consorzio – perché la legge parla chiaro. Le case possono essere state condonate, ma per lo Stato continuano a non essere in regola, poiché costruite troppo vicino alla riva. Anzi, i proprietari diventano automaticamente responsabili degli alberi che sorgono tra la loro pertinenza e la sponda. Perciò, se fanno danni, sono tenuti a risarcirli di tasca loro".

Caso chiuso: i danni non sono di chi li ha provocati (vento o impresa che sia), ma dei proprietari delle abitazioni costruite irregolarmente.

Pier Giorgio Ruggeri