Poste, riapertura a settembre: "Ma avrà barriere architettoniche"

Poste italiane riaprirà a settembre lo sportello di San Colombano al Lambro, ma i cittadini protestano per i tempi lunghi e l'assenza di accesso per i disabili. Richiedono risarcimento e propongono progetti socialmente utili.

Poste, riapertura a settembre: "Ma avrà barriere architettoniche"

Poste, riapertura a settembre: "Ma avrà barriere architettoniche"

Poste italiane annuncia di riaprire a settembre lo sportello del borgo chiuso dopo l’assalto con l’espolsivo subito ad ottobre dello scorso anno, ma i cittadini che hanno avviato la “class action“ a San Colombano al Lambro, per protestare, non ci stanno. "Tempi troppo lunghi e mancherà comunque lo scivolo per i diversamente abili". "I tempi di riapertura potevano essere più rapidi, infatti non sembrano esserci problemi strutturali importanti, altrimenti immagino che le abitazioni sovrastanti sarebbero stare interdette – commenta il portavoce dei residenti Andrea Del Meglio –. Tenendo per buone le tempistiche annunciate, a lunedì 2 settembre 2024 il risarcimento di un euro al giorno che abbiamo chiesto, a cittadino, lieviterebbe il conto totale a 2milioni e 443.887 euro. Ritengo si tratti di una richiesta transattiva risarcitoria equa, rifacendosi anche alla policy “schema riepilogativo rimborsi/indennizzi Poste italiane“, in cui si ribadisce che “Poste italiane riconosce euro 0,50 al giorno per ogni giorno di chiusura, figurarsi per una totale assenza di servizi!". "Da unico mandatario di un servizio pubblico Poste italiane dovrebbe garantire la continuità del servizio – aggiunge –. Perché l’azienda non ha provveduto fin da subito, come accaduto in passato, all’installazione di un container dedicato ad ufficio provvisorio"? Quanto alla decisione di riapertura priva di accesso ai disabili, poiché di difficile o lunga progettazione, i cittadini insistono: "Ci vien difficile credere che un semplice scivolo a norma sia un ostacolo insormontabile per Poste Italiane. Ricordiamo a Poste Italiane la recente sentenza di Jesi, che la condanna a risarcire un disabile con 30mila euro per i danni morali causati dell’impossibilità ad accedervi".

Se i cittadini dovessero ottenere il risarcimento, proporranno idee socialmente utili: "Si potrebbe pensare di utilizzare parte del risarcimento per riammodernare lo stadio Riccardi o acquisire strutture come il complesso di via Steffenini 22 , in vendita a 600mila euro, ricavandone profitto dagli affitti. Oppure ancora il complesso Valbissera proposto a 950mila euro (vecchio convento), con 3.700 metri quadri e 18 ettari, con tenuta vinicola di 14 ettari, dove si potrebbe integrare l’iniziativa “un semino ogni bambino“ ( frutteto sociale ) piantando un albero da frutto biologico che potrebbe andare a integrare il banco alimentare con frutti freschi di stagione, sempre suddiviso in quote uguali per i partecipanti" conclude Del Meglio.

Paola Arensi