Piantedosi torna a Lodi "Le nostre critiche restano"

Il responsabile dell’Interno recupera l’incontro saltato il 6 marzo. Tappe in ospedale e Provincia. I contestatori: dal Governo schiaffo all’umanità.

Piantedosi torna a Lodi  "Le nostre critiche restano"

Piantedosi torna a Lodi "Le nostre critiche restano"

Martedì il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi tornerà a Lodi. Parteciperà al forum permanente sui temi dell’attualità nazionale ed internazionale “UP Lodi - Talks about the future since 1454“, promosso da Appia Institute, con il patrocinio ed in collaborazione con la Provincia di Lodi. L’esponente del Governo sarà accolto dalle istituzioni, nella Sala dei Comuni della Provincia di Lodi e terrà una conversazione in pubblico incentrata in particolare sulle prospettive di riordino delle funzioni delle Province e di riforma delle disposizioni normative sugli Enti Locali. Il tema sarà oggetto anche dell’incontro che il ministro terrà in precedenza, a Palazzo San Cristoforo, con i presidenti delle Province della Lombardia ed i delegati dell’Unione Province Lombarde. Prima ancora il ministro (che era stato prefetto a Lodi dal 29 agosto 2011 al 9 gennaio 2012) visiterà il Posto di Polizia dell’Ospedale Maggiore di Lodi, riaperto dallo scorso 6 marzo. Avrebbe dovuto inaugurarlo due mesi fa ma, per sopraggiunti impegni, non era più potuto intervenire. All’epoca, pochi giorni dopo la tragedia dei migranti di Cutro (Crotone) aveva ricevuto diversi attacchi verbali ed era stato bersaglio di proteste dai politici e dagli attivisti di Lodi. Un malcontento sorto dopo le sue dichiarazioni sulla strage. L’ex consigliere provinciale Emanuele Maffi, aveva chiesto che il ministro chiedesse ufficialmente scusa "per il mancato rispetto delle vittime e dei cittadini in generale, cui è stata data “la colpa” per la propria morte, per essersi messi in viaggio via mare, senza rimanere in sicurezza, ma dimenticando la sofferenza e la disperazione da cui in realtà stavano scappando".

E oggi rimarca: "Non bastano poche settimane a far dimenticare quanto accaduto, anche perché purtroppo continua ad accadere". Enrico Bosani, del coordinamento “Il Lodigiano contro le discriminazioni“, aveva poi promosso una manifestazione di protesta in piazza della Vittoria a Lodi nel giorno in cui la visita avrebbe dovuto svolgersi. Erano state stese 70 lenzuola in piazza, con fiori, giocattoli e peluche, per ricordare le ultime vittime del Mediterraneo. "La nostra opinione non cambia – incalza adesso Bosani –. Il Governo si caratterizza per confusione, approssimazione, rifiuto di cercare soluzioni serie e durature. Come coordinamento organizzeremo il 12 maggio, nella sala dei comuni della Provincia, una serata sul tema. Credo che la risposta migliore sia questa". E’ l’evento “Salvare le vite e salvare la dignità”. Anche l’attivista Michela Sfondrini, ribadisce le critiche all’esponente del Governo. "I morti nella tragedia di Cutro non sono dimenticati – afferma –, da allora altre tragedie si sono consumate e la soluzione proposta dal ministro invitato e dal suo Governo, è un decreto che è uno schiaffo ai morti e all’umanità che si dovrebbe riservare a loro e ai vivi che cercano disperatamente una strada".

Paola Arensi