
Nel Lodigiano 10 persone sono entrate nel programma protezione sociale dedicato alle vittime di “tratta“, ossia lo sfruttamento di esseri umani che, rapiti o adescati nel loro Paese d’origine, vengono ridotti o mantenuti in uno stato di schiavitù, costretti a prestazioni lavorative, sessuali, accattonaggio, matrimoni forzosi o commercio d’organi. Una piccola percentuale rispetto alle 200 contattate che, per vari motivi, o non hanno voluto aderire o non si è riusciti a farle entrare. Resta comunque difficile calcolare un numero preciso di persone che sono vittime di tratta sul territorio. Il dato è emerso nell’ambito del progetto L.O.V.I.T (Lodi verso l’integrazione territoriale), volto a migliorare i servizi destinati all’utenza migrante: potenziando gli uffici preposti della prefettura, prevedendo mediatori linguistico-culturali, creando legami con enti sul territorio e organizzando percorsi formativi ad hoc. Tre sono state le azioni previste dal progetto: l’emersione (raggiungendo le potenziali vittime nei luoghi di sfruttamento), l’assistenza (un pronto intervento per poi favorire un’accoglienza e una presa in carico territoriale di queste persone) e l’attività culturale. “Lovit“ ha raggiunto ora la terza fase e così all’Ex Chiesa dell’Angelo in via Fanfulla 22 è visitabile (gratis) una mostra che vuole fare luce sul tema dell’ordinario sfruttamento lavorativo ed è organizzata dalla compagnia FavolaFolle con Lule Onlus. Al pubblico viene offerta un’esperienza coinvolgente e impattante in un percorso immersivo che porterà a scoprire le storie di persone vittime di sfruttamento lavorativo. L’installazione sfrutta amalgama elementi visivi e sonori per raccontare storie diverse, rappresentando situazioni reali di disagio e ingiustizia, ma anche di coraggio e speranza. La mostra è accessibile oggi dalle 10 alle 20 (con pausa dalle 13 alle 16); domani dalle 15 alle 21 e domenica dalle 10 alle 13, per riprendere alle 15 concludendosi alle 19. Lu.Pa.