In aula parla una ex del militare: "Trifone era minacciato"

La donna rivela: "Il padre della fidanzata pugliese diceva che l'avrebbe ucciso se avesse lasciato la figlia"

Trifone e Teresa

Trifone e Teresa

Zelo Buon Persico, 11 aprile 2017- "Trifone mi ha parlato della ragazza che aveva in Puglia, mi ha detto che era molto ricca. Mi ha detto che doveva decidere di sposarla o di lasciarla e siccome non voleva sposarsi voleva lasciarla. Ma mi disse che il papà di lei, avendo tanti soldi, lo minacciava che se la lasciava finiva male, sua figlia non doveva soffrire. Mi disse anche che lei gli diceva che se scopriva che la tradiva andava a finire male, gli diceva o con lei o con nessuno». È quanto riferito in aula davanti alla Corte d’assise di Udine da una ragazza che aveva avuto una relazione con Trifone Ragone prima che il militare di Adelfia conoscesse la lodigiana Teresa Costanza, la coppia  uccisa nel parcheggio del palazzetto dello sport di Pordenone la sera del 17 marzo 2015.

La teste è stata convocata dagli avvocati dell’imputato Giosuè Ruotolo, 27enne militare campano, da sempre unico indiziato per il duplice omicidio. La ragazza, che ha chiesto alla stampa di non rendere pubblico il suo nome, ha raccontato il suo rapporto con Trifone. «Non credevo ci fosse un fondamento, non era molto preoccupato - ha spiegato la ragazza -. Non credevo quasi a niente di quello che mi diceva». La teste ha detto di essere stata un paio di volte nell’appartamento di Pordenone in via Colombo e di aver conosciuto Giosuè Ruotolo e un altro coinquilino. «Mi ha presentato - ha aggiunto -. Era sempre contento, non mi ha mai parlato di contrasti e litigi nell’appartamento». In aula, ieri, davanti alla Corte d’Assise di Udine, gli avvocati hanno chiamato a testimoniare anche un collega di Ruotolo, il sergente Vincenzo Virgilio. «Ruotolo era una persona molto riservata, in ufficio teneva una condotta esemplare, era bravo in informatica».

Poi, il militare rispondendo alle domande dell’avvocato di Ruotolo, Roberto Rigoni Stern, ha spiegato di non aver «mai visto sue reazioni spropositate e non l’ho mai visto con il labbro rotto, un’abrasione a uno zigomo o una fasciatura al polso», negando di essere a conoscenza di contrasti tra Ruotolo e Ragone. Nel corso dell’udienza sono stati sentiti anche un ragazzo che frequentava la stessa palestra delle due vittime, il quale ha riferito che «Teresa e Trifone erano stati accolti come in famiglia, erano sempre con il sorriso». Nelle prossime udienze gli avvocati della difesa, Roberto Rigoni Stern e Giuseppe Esposito, porteranno in aula tecnici e consulenti, che forniranno ai giudici una ricostruzione differente della sera del duplice omicidio.