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Migranti, i Comuni: "Escludete il Lodigiano dalle ripartizioni regionali"

Il grido d'allarme dopo l'annuncio della Prefettura di un nuovo bando da 8 milioni di euro per cercare altri 240 posti

Alcuni degli ospiti del Lodi Vecchio Hotel

Lodi, 12 agosto 2016 - Dopo l'annuncio della Prefettura di Lodi di un nuovo bando milionario per l'ospitalità dei migranti, tornano a farsi sentire i Comuni lodigiani. Che non ci stanno. Tocca ancora una volta all'Acl-Associazione dei Comuni lodigiani del presidente Giuseppe Sozzi dire di "no", numeri alla mano. "E' di questi ultimi giorni l'ennesima richiesta di ulteriore disponibilità rivolta, anche ai Comuni del Lodigiano, di accogliere i migranti che sempre più numerosi approdano nel nostro Paese - scrive Sozzi in una lunga nota - .Ciò determina che vengano sempre più frequentemente disconosciuti i parametri individuati relativi al numero di migranti che si possono accogliere, modificati sempre più in relazione al loro numero piuttosto che alla reale capacità ricettiva del nostro territorio". Il riferimento è all'aumento della quota riservata al territorio: 948 persone. 

"Un numero decisamente sproporzionato rispetto alla capacità di ospitalità del sistema provinciale nel suo insieme. Si ricorda che gli abitanti della Provincia di Lodi sono 230.000 distribuiti su 61 Comuni. Sistema che ha già riscontrato difficoltà per consentire l'accoglienza degli attuali 748 migranti che corrispondono a un rapporto di 3,26 migranti ogni mille abitanti. Percentuale tra le più alte nella regione Lombardia. Solo le Province di Sondrio e di Lecco hanno un rapporto leggermente superiore, pari rispettivamente a 3,46 e 3,43 migranti ogni mille abitanti". Il ministero dell'Interno ha recentemente individuato in tre richiedenti asilo ogni mille abitanti il rapporto sostenibile. "Anci sostiene da sempre che il tetto massimo deve essere definito in 2,5 migranti ogni mille abitanti per ciascun Comune". 

Sozzi prosegue con i numeri: "Tenendo conto del fatto che molte province lombarde hanno un rapporto molto più basso, come nei casi della Città metropolitana (1,45‰), Brescia (1,63‰), Bergamo (1,65‰), Varese  (1,77‰), chiediamo che siano adottati criteri uniformi per la individuazione del numero dei migranti da destinare a ogni provincia segnalando nel contempo la difficoltà di poter accogliere ulteriori richiedenti asilo. La Provincia di Lodi in generale e molti Comuni lodigiani hanno confermato la piena disponibilità e la Prefettura di Lodi ha profuso un costante impegno per cercare in tutti i modi di mitigare le problematiche conseguenti alla presenza di migranti in numero così consistente".

Per l'Acl la soluzione, almeno localmente, "consiste nella ridistribuzione dei migranti già presenti e concentrati numericamente solo in parte dei Comuni del Lodigiano, coinvolgendo anche tutte quelle Amministrazioni che, ad oggi, non accolgono migranti o per mancanza di strutture ricettive o perché hanno negato qualsiasi disponibilità: 10 sono i Comuni che ospitano più di 30 profughi, 15 con presenza di poche unità e 36 invece quelli ancora a quota zero". 

"Riteniamo che il territorio lodigiano abbia già superato la propria capacità di accoglienza e la situazione che va configurandosi pone oltremodo sotto pressione le istituzioni e i cittadini della provincia pertanto chiediamo, a nome dei Comuni Lodigiani, che il nostro territorio sia escluso dalle prossime ripartizioni Regionali. Contestualmente poniamo anche all’attenzione dei rappresentanti del Governo l’esigenza di intervenire sulla legislazione relativa al diritto di richiedere la residenza dopo una breve permanenza in un Comune (tre mesi continuativi) da parte dei richiedenti lo status di rifugiati con tutto ciò che comporta in termini di aggravio economico dei già magri bilanci comunali a causa di un significativo aumento di residenti  non economicamente autosufficient"i.