San Colombano, assemblea di fuoco sul tema migranti

Emergenza profughi solo rimandata, dai cittadini piovono proposte per una risoluzione definitiva della questione

L'assemblea a San Colombano

L'assemblea a San Colombano

San Colombano al Lambro, 30 luglio 2016 - Emergenza profughi solo rimandata, dai cittadini piovono proposte per una risoluzione definitiva della questione. I banini che, a centinaia, hanno affollato il castello Belgioioso di San Colombano per ascoltare dagli amministratori comunali le ultime novità sugli annunciati arrivi, non sono rimasti semplicemente ad ascoltare. E gli hanno dato sostegno anche residenti di paesi vicini decisi a combattere per evitare lo stanziamento, deciso dal prefetto di Milano, di 98 richiedenti asilo nello stabile Roccabarra di via Steffenini. Si tratta infatti di un palazzo del centro abitato in cui vivono diverse famiglie ma restano 8 appartamenti invenduti da ristrutturare.

Ed è stata proprio la mancanza di agibilità di questi spazi, stabilita dopo un sopralluogo congiunto delle autorità preposte al controllo, il cavillo che ha permesso di impedire, per il momento, l’accoglienza. Tra la folla c’era un banino d’adozione che, originario di Sant’Angelo, ha urlato «dobbiamo fare come Borghetto e portare avanti azioni di forza quando arriveranno questi stranieri-e ancora-Le petizioni non servono, dobbiamo piazzarci in 4mila, con autorità e forze dell’ordine al seguito, davanti al Roccabarra in modo che i migranti se ne vadano. Io non voglio che un bel paese come questo si riempia esclusivamente di extracomunitari come accaduto nella mia città d’origine perché qui per adesso si vive bene». Ma il sindaco Pasqualino Belloni ha cercato di calmare gli animi, dato che l’intervento ha suscitato clamore, ovazioni e applausi «faremo tutto ciò che di legale è in nostro potere per impedire questi arrivi ma ricordo che io sono un ufficiale di governo del territorio che risponde al prefetto, eccellenza che è anche sopra le forze dell’ordine, oltre ai sindaci e quindi qualsiasi mossa al di fuori delle regole che io farò potrebbe comportarmi problemi a livello penale. Il mio potere, infatti, è limitato».

Era presente anche una milanese, che al Roccabarra possiede un immobile ed era già stata allontanata dal consiglio comunale di San Colombano la scorsa settimana: «Se mi scaldo tanto, pur rispettando il vostro lavoro, dato che vi siete impegnati e siete riusciti a scongiurare gli arrivi per agosto, è perché purtroppo stasera ci avete detto che il problema non è risolto ma solo rimandato.-e ancora-Vi chiedo quindi, fin da ora, di non perdere tempo e cercare soluzioni di alloggio alternative o quel palazzo sarà svalutato e invivibile. I migranti comunque arriveranno prima o poi, fatevi però trovare pronti». Il bancario Paolo Polenghi, storico volontario dell’Associazione rioni Borgo Insigne e grande promotore culturale del paese a vocazione turistica, ha quindi suggerito «sappiamo che una quota di stranieri prima o poi ci toccherà e che al Roccabarra un giorno finiranno i lavori –e ancora-Ma se si riduce il milione 250mila euro l’anno che incasserà il privato che ha preso accordi con la prefettura, diminuendo magari a 20 il numero delle persone da accogliere e abbassando il business che sta alle spalle di tutto questo, certamente all’interessato l’affare magro non farà più gola e potrebbe desistere». In tanti infine hanno osservato «sfido chiunque abbia figlie femmine a lasciarle uscire tranquille la sera con in giro un centinaio di migranti costretti all’ozio in un palazzo e comunque giovani, i pericoli sarebbero davvero troppi, ce li raccontano le cronache dei giornali ogni giorno».