L’oste che uccise il ladro: "Quando sparò era in piedi"

In primo grado Mario Cattaneo fu assolto ma la Procura impugnò la sentenza. Ora i giudici hanno disposto la perizia balistica che non esclude l’accidentalità.

L’oste che uccise il ladro: "Quando sparò era in piedi"

L’oste che uccise il ladro: "Quando sparò era in piedi"

di Andrea Gianni

CASALETTO LODIGIANO

Il fucile da caccia, nel momento in cui è stato esploso il colpo, "non era correttamente imbracciato, e il calcio è andato a interagire con il bicipite", provocando un ematoma. L’oste Mario Cattaneo "era in posizione eretta o in piedi". Un "terzo soggetto", uno dei complici del romeno ucciso quella notte, "ha interferito" nell’azione: "Potrebbe essere successo che immediatamente prima, durante o dopo lo sparo qualcuno ha strattonato la canna portandola a indirizzarsi verso destra".

Sulla canna c’erano infatti tracce genetiche non riconducibili all’oste o ai familiari. Sono alcuni dei punti fermi della nuova perizia balistica disposta dalla Corte d’Appello di Milano, discussa ieri nel processo di secondo grado a carico del ristoratore 73enne che, la notte tra il 9 e il 10 marzo 2017, sparò uccidendo il romeno di 32 anni Petre Marin Ungureanu, uno dei ladri entrati nell’Osteria dei Amis, a Casaletto Lodigiano.

Perizia che in sostanza conferma la dinamica di uno sparo esploso in una fase concitata e in una situazione di pericolo per l’uomo, che si è trovato di fronte i ladri. Il colpo potrebbe essere partito accidentalmente, durante lo strattonamento, raggiungendo il romeno distante circa un metro e mezzo.

"Sono trascorsi sette anni e il calvario continua – ha spiegato Cattaneo dopo l’udienza – Sono al limite ma cercherò di resistere fino alla fine. Devo credere nella giustizia". Accanto a lui l’Unione Nazionale Vittime, associazione presieduta da Paola Radaelli che chiede "una sentenza di assoluzione che metta la parola fine".

In primo grado l’oste era stato assolto dall’accusa di eccesso colposo di legittima difesa. Sentenza impugnata dalla Procura di Lodi, che aveva chiesto una condanna a 3 anni, portando il caso davanti alla Corte d’Appello. I giudici hanno disposto una nuova perizia balistica eseguita da Dario Redaelli, esperto della Scientifica. I consulenti della difesa (tra i quali il generale in congedo Luciano Garofano, ex capo del Ris di Parma) hanno sostenuto l’accidentalità del colpo, partito mentre Cattaneo stava cadendo. Il nuovo perito esclude però che l’uomo fosse a terra: considerazione ricavata anche dalla posizione di uno scatolone, primo bersaglio dello sparo, raggiunto "con traiettoria da sinistra verso destra".