Lodi, l'ex sindaco Uggetti: "Il ritorno in politica? Adesso posso scegliere"

Assolto in secondo grado dal “caso piscine“, l'ex primo cittadino è tornato sulla scena. "Col mio arresto alterata la dinamica democratica"

Simone Uggetti, a destra, ieri davanti alla piscina Ferrabini

Simone Uggetti, a destra, ieri davanti alla piscina Ferrabini

Lodi - Ad accoglierlo gli amici di sempre, gli avvocati e chi in questi anni non ha mai smesso di sostenerlo. Simone Uggetti, 47 anni, è tornato sulla scena cittadina con una conferenza stampa organizzata ieri pomeriggio nel parcheggio della piscina Ferrabini, uno dei due impianti al centro del bando incriminato che l’aveva portato all’arresto il 3 maggio 2016. È tornato sulla scena in bicicletta, così come l’aveva lasciata nell’agosto del 2016 in seguito alle dimissioni dalla carica di primo cittadino dopo essere stato travolto dalla bufera giudiziaria. Martedì la corte d’appello di Milano lo ho assolto, insieme agli altri tre imputati, dall’accusa di turbativa d’asta. E che di fatto lo ha riabilitato a livello politico.

"Per cinque anni non ho potuto parlare - ha detto Uggetti –. La condanna ai cinque anni di silenzio, mentre tutto e tutti parlavano di te, è stata la cosa più difficile. Col mio arresto c’è stata un’alterazione della dinamica democratica". La sentenza d’appello lo ha assolto con formula piena, perché il fatto non sussiste. "Non mi aspettavo di essere assolto - ha aggiunto –. Avevo paura dei turbamenti nella magistratura italiana. C’è stato un collegio che ha agito con coraggio". Uggetti ha voluto ricordare i giorni difficili del carcere dal 3 maggio al 13 maggio 2016. "A San Vittore ho trovato più brava gente rispetto ad altri ambienti - ha affermato -. Sono stato un turista, per fortuna. Ma l’onta del carcere, quella sì, te la porti dietro. In un lampo tutta la mia vita è stata rubata e distrutta. Non credo nella tesi del complotto, ma uno strano allineamento di pianeti nei miei confronti c’è stato".

Subito dopo la sentenza tante le telefonate ricevute. Tra queste quelle del sindaco di Milano Beppe Sala e del sindaco di Bergamo Giorgio Gori. "Sull’utilizzo della custodia cautelare preventiva deve esserci una discussione - ha sostenuto –. non voglio che ci sia una corsa alle colpe. Ma il mio piccolo, minuscolo, caso deve essere un elemento di valutazione. Abbiamo vissuto una stagione malata di odio. La politica deve essere uno scambio ideale, non un tintinnare di manette". Alla fine il ringraziamento alla città: "Ho sentito affetto vicinanza da parte di tanti lodigiani. Tutto questo mi ha dato una forza immensa per affrontare i tanti momenti bui. La politica è parte della mia vita. Sono molto felice che da ieri posso decidere se farla o non farla. Godo di questa riconquistata libertà. Vedremo cosa accadrà".