ANDREA
Cronaca

Lo struggente canto da un paesino. Curiosità e stupore senza confini

Nicodemo, un fariseo curioso, si avvicina a Gesù di notte. Questo incontro ispira riflessioni sul mistero della rinascita e della poesia, con un parallelo tra Nicodemo e lo psicologo-poeta Terzini.

Maietti

era tra i farisei un uomo chiamato Nicodemo, un capo dei Giudei. Egli andò da Gesù, di notte. (Gv.3,1-8). Mi è sempre piaciuto Nicodemo. La sua scelta clandestina. Il suo appartenere al mondo, senza sentirsi del tutto a suo agio. Il suo interrogarsi sul mondo, e la sua curiosità di conoscere Gesù. La sua scelta apparentemente poco coraggiosa della notte. E le parole di Gesù: "Non ti meravigliare se t’ho detto: dovete rinascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito". Se penso a come si potrebbe definire la poesia, tra le millanta definizioni di ogni tempo e paese, non mi viene di meglio che estrapolare tra le parole di Gesù: "Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va". Il vento può venire anche da molto vicino, da un paesino della Bassa , dove vive uno che di mestiere fa lo psicologo. Si chiama Pietro Terzini. Una sua silloge di poesie: "Diario di uno psicologo di campagna". La parafrasi di Bernanos ("Diario di un curato di campagna" ). Devo rileggermelo quel formidabile libretto. A partire dall’incipit: "Quanto è piccolo un paese! E questo paese era la mia parrocchia. Era la mia parrocchia, ma non potevo niente per lei, la guardavo tristemente inoltrarsi nella notte". Non deve essere troppo diversamente per lo psicologo-poeta Terzini. Il paesino, dove le strade sono ‘stradine’: "La stradina polverosa/ ed invitante/ sale a serpente/ verso un’altra/ stradina polverosa/ e deludente/ che discende a serpente". Bernanos scava nel cuore dell’angoscia, ne emerge da coraggioso (come è, in fondo, Nicodemo): "È il timore incessante della paura, la paura della paura che modella il viso dell’uomo coraggioso". Il poeta Terzini, ‘artigiano della psiche’, lo ribadisce in coda a una sua seduta: "Silvia-dagli-occhi-neri in appendice/ alla seduta di stasera/ col solito garbo delicato e acuto/ s’è rammaricata perché trascuro/ la sua tendenza autodistruttiva/ che, come in passato, teme farà/ comparsa sbalestrandole la vita".