L’Intelligenza Artificiale: "Basta imparare a usarla"

Parola di Paola Orini, preside dell’Itis, la scuola con più studenti a Crema. Alcuni “furbetti“ sono stati scoperti: devono capire che i doveri non si aggirano.

L’Intelligenza Artificiale: "Basta imparare a usarla"

L’Intelligenza Artificiale: "Basta imparare a usarla"

Paola Orini, dirigente dell’Istituto dell’Itis, scuola che conta più studenti a Crema, e l’Intelligenza Artificiale in classe. "Devo dire che è uno strumento utilissimo in alcuni settori, per esempio in quello produttivo e medico, ma che comporta anche rischi se non si ha la consapevolezza di come si può utilizzare".

Come la mettiamo a scuola? "Il nostro è un istituto tecnologico: ignorare queste applicazioni sarebbe assurdo. Tuttavia non dimentichiamo che gli studenti devono sviluppare abilità e competenze ragionando con la loro testa".

E cosa fate?

"Cerchiamo di rendere i ragazzi consapevoli delle tecnologia ma portandoli a ragionare con il loro cervello. Ci facciamo consegnare gli smartphone quando entrano in classe. Li mettono in quello che loro chiamano il calendario dell’avvento, perché sono sacche numerate".

Avete avuto casi di furbetti dell’Intelligenza Artificiale?

"Sì, senz’altro".

Come li avete scoperti?

"I professori mi hanno riferito di alcuni casi. Pochi per la verità. Per il momento non è ancora impossibile scoprire chi usa l’AI per aggirare i propri doveri. Il lessico usato, talvolta alcune parole ed espressioni che non sono proprie dei ragazzi, tradiscono chi bara".

E come avete agito?

"I ragazzi scoperti hanno ammesso. Cerchiamo di far capire che in questo modo non progrediscono e non imparano a ragionare con la loro testa. Abbiamo anche eseguito test per far rendere loro conto di quel che succede. L’utilizzo di strumenti tecnologici li isola e non si rendono conto di quanto accade. Abbiamo sviluppato un’analisi del tempo che i ragazzi dedicano all’uso delle tecnologie. Non c’è la consapevolezza di quanto tempo ci passano e quando abbiamo comunicato i risultati sono rimasti sorpresi e increduli".

In definitiva che si può fare? "Noi non dobbiamo farci sorprendere da questa nuova applicazione, ma imparare a utilizzarla a nostro vantaggio. Abbiamo già sbagliato con l’evoluzione tecnologica che ci ha visto in ritardo e sempre a rincorrere i Paesi più avanti di noi. L’AI dobbiamo imparare a usarla, evitando che sia lei a usare noi. Questo dobbiamo far capire ai nostri ragazzi".

Pier Giorgio Ruggeri