Nei guai perché si sono difesi: a Lodi un brindisi per la nuova legge

Commercianti vittime di rapine che hanno sparato ai ladri

Mario Cattaneo e i suoi ospiti

Mario Cattaneo e i suoi ospiti

Lodi, 25 marzo 2019 -  A volerlo a Roma è stato il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Così Mario Cattaneo, 69 anni, l’oste di Gugnano, paesino nella campagna lodigiana, mercoledì sarà al Senato accompagnato dal sindaco di Casaletto Lodigiano, Giorgio Marazzina, per il via libera definitivo alla legge sulla legittima difesa.

La nuova norma, che nelle intenzioni del legislatore renderà «la difesa sempre legittima», potrebbe diventare l’àncora di salvezza nel processo che lo vede imputato in tribunale a Lodi per eccesso colposo di legittima difesa. Perché Cattaneo è accusato di aver ucciso alle 3 di notte del 10 marzo 2017, con un colpo di fucile partito accidentalmente in seguito a una colluttazione, Petre Ungureanu, 33 anni, un ladro romeno che si era introdotto nella sua proprietà insieme a tre complici per rubare qualche pacchetto di sigarette e 60 euro dalla cassa. L’uomo invece ha sempre ribadito di aver agito per difendere la sua famiglia. Ieri nella sua osteria ha voluto che ci fossero alcuni dei commercianti lombardi e veneti che, come lui, sono stati vittime di rapine. Insieme hanno “festeggiato” la legge di riforma della legittima difesa, che punta ad ampliare il diritto dei cittadini a reagire con la forza in caso di intrusione di estranei nelle proprietà private. Determinante il passaggio della legge che vieterà la possibilità alla famiglia del malvivente di chiedere il risarcimento dei danni.

A fare gli onori di casa, tra i fornelli e la sala, è stato ovviamente l’oste lodigiano. «Finalmente siamo vicini alla fine di un incubo - spiega Cattaneo, che il 5 aprile tornerà in aula per la quarta udienza -. Il mio processo continuerà, ma lo vivrò con uno spirito diverso. Non nascondo però una grande stanchezza. Tutta questa situazione e il processo mi stanno distruggendo. Sono davvero al limite della sopportazione». Tra i primi ad arrivare da Cattaneo è stato Francesco Sicignano, il pensionato di Vaprio d’Adda, nel Milanese, che nel 2015 sparò e uccise un ladro albanese che si era intrufolato nella sua villetta. In osteria anche Franco Birolo, il tabaccaio di Civè di Correzzola (Padova) che il 24 aprile 2012 uccise un ladro moldavo, che si era introdotto di notte nella sua tabaccheria per rubare con altri tre complici (il tabaccaio veneto è stato assolto in secondo grado) e il benzinaio vicentino Graziano Stacchio. Tra gli ospiti dell’Osteria dei Amis ieri anche Giuseppe Maiocchi, il gioielliere milanese che il 13 aprile 2004 subì l’aggressione di un gruppo di rapinatori che con una mazza chiodata avevano sfondato una delle loro tre vetrine, in via Ripamonti, periferia sud di Milano. A sparare però fu il figlio Rocco che uccise uno dei malviventi. Solo nel 2010 arrivò la sentenza del processo di secondo grado: Giuseppe venne condannato per lesioni personali a un mese di reclusione, mentre un anno e sei mesi per il figlio. «Una legge importante soprattutto per la richiesta del risarcimento del danno - dice l’orefice milanese che da qualche anno milita nella Lega -. Al processo si erano costituiti i familiari della vittima, la mamma e la sorella, e il giudice in primo gravo aveva deciso di concedere 200mila euro di risarcimento. Credo sia un’ingiustizia. Il tribunale però non aveva concesso una provvisionale. Ora con questa legge la vicenda si chiuderà definitivamente».