
di Mario Borra
La strage "dimenticata"". Il 25 aprile del 1945 non fu una data gioiosa per la città: avrebbe dovuto esserlo visto che sancì la fine del giogo nazifascista, ma in quella notte, trenta minuti dopo mezzanotte, una bomba lanciata da un aereo americano ebbe conseguenze tragiche: l’ordigno centrò in pieno il complesso di cascina Gazza (oggi non più esistente, ma collocato dove oggi sorge la farmacia al Villaggio San Biagio), causando ben nove morti. "Fu l’eccidio più grave di quegli anni – ricorda ancora il maestro Giancarlo Muggiasca, 91 anni tra qualche settimana, e vera e propria lucida memoria storica – Avevo 15 anni. Erano momenti di caos, nei primi giorni del dopoguerra. I corpi furono portati con i carri agricoli in chiesa per il funerale, che si tenne il 27 aprile. Le corone furono assemblate con fiori di ippocastano". Le esequie furono molto partecipate come si evince dal registro visto che cita che si tennero "magna cum pietate cleri et populi".
Il nome, di almeno parte dei caduti, è trascritta sulla lapide nella chiesa di Santa Maria, ma non ci sono tutti coloro che perirono quella notte: secondo il registro parrocchiale persero la vita Pietro Bruschi di 38 anni, Domenico Dragoni, 63 anni (ma l’età è poco leggibile dal documento), Ines Opizzi, 40 anni, Maria Piolini, 11 anni e il padre Aloisio (la trascrizione in latino è difficilmente comprensibile e per giunta sulla lapide in chiesa c’è riportato Giuseppe), 46 anni, Francesco Sangermani, 58 anni, Pierina Stoppini, 18 anni, Carlo Tinelli (ma il cognome è poco leggibile dal registro), Alda Zibbra, 16 anni. "Fu un errore. Fu sicuramente “Pippo“, come venivano chiamati gi aerei da caccia notturni Alleati, a sganciare l’ordigno- ricorda Muggiasca-Forse vide una fonte luminosa, chissà. La cascina era proprio in mezzo alla campagna allora e non poteva essere un obiettivo programmato. Sarebbe bello che nella zona fosse collocato un cippo a ricordo". Non ci furono per fortuna morti quando una bomba invece colpì, diversi mesi prima, l’odierna scuola elementare Anna Vertua Gentile. "L’ordigno cadde "sfarfallando" da un aereo inglese che aveva appena lanciato una prima bomba nei pressi della stazione - ricorda ancora Muggiasca –. Il caccia si era inclinato da una parte e quella che che piombò sulla scuola fu la seconda, forse frutto di uno sgancio di emergenza".