MARIO BORRA
Cronaca

In carcere si alza il sipario: "Un teatro dietro le sbarre come simbolo di riscatto"

Nella casa circondariale di Lodi nasce uno spazio per spettacoli, mostre e seminari. Entusiasta la direttrice: promettente usare la prigione per raccontare umanità ferite.

In carcere si alza il sipario: "Un teatro dietro le sbarre come simbolo di riscatto"

In carcere si alza il sipario: "Un teatro dietro le sbarre come simbolo di riscatto"

Un teatro polifunzionale per andare oltre le sbarre. Ieri mattina è stato presentato il progetto che vedrà la nascita di uno spazio interno alla casa circondariale di Lodi dedicato non solo alle rappresentazioni e agli spettacoli ma anche a mostre e seminari. Il nuovo allestimento è stato possibile grazie all’impegno finanziario di Fondazione Comunitaria e di Fondazione Banca Popolare di Lodi, che hanno stanziato 25mila euro mentre una cifra in aggiunta per rifare la pavimentazione sarà ricavata dalla rinuncia ai gettoni di presenza da parte dei membri del Collegio sindacale della Fondazione Pop Lodi. Entusiasta la direttrice del carcere, Annalaura Confuorto, ai vertici dell’istituto di pena lodigiano da novembre 2023.

"Il carcere di Lodi è situato dentro la città – premette la funzionaria – e questo fa sì che possa diventare un luogo iconico, simbolico, e un punto di riferimento. E quindi pensare di usare il carcere di Lodi come un luogo che racconti la storia di tante umanità ferite mi è sembrata un’idea promettente, che consente anche di superare l’immagine del carcere esclusivamente visto come contenitore e non come il motore del cambiamento che deve essere. Queste mura devono riprendere vita per trasformare questa “città dell’attesa“ in un luogo vivo dove il detenuto sia protagonista attivo e non elemento passivo. Il teatro fa parte di un progetto più ampio, che mira al reinserimento futuro del carcerato, all’aspetto educativo e per evitare anche lo spettro del fenomeno suicidario".

Per Duccio Castellotti della Fondazione Popolare di Lodi "l’obiettivo è creare un percorso di autonomia, di libertà di espressione e dignità, rendendo i carcerati partecipi rispetto a quello che sarà un pezzo della loro vita futura". Per Castellotti il tema delle carceri è un po’ dimenticato dai grandi dibattiti e "questo non è un bene" perché il "grado di civiltà di un Paese lo si misura anche dalle condizioni degli istituti di pena".

"Ci sono stati appuntamenti teatrali in carcere nei mesi scorsi e, proprio in uno di quei momenti, abbiamo verificato la necessità di costruire un percorso per arrivare a concretizzare il progetto della nuova sala teatrale", ha ribadito invece Mauro Parazzi. I lavori per l’allestimento degli spazi inizieranno a breve e la sala sarà inaugurata a dicembre con uno spettacolo, completamento creato e sceneggiato dai detenuti sotto la supervisione e con il prezioso contributo dell’Associazione Il Ramo di Lodi.