MARIO BORRA
Cronaca

Sextorsion, uomini adescati su chat erotiche e poi ricattati: incastrate due lodigiane

Casalpusterlengo, le due donne chiedevano soldi per non divulgare immagini. Disposti gli arresti domiciliari per una trentenne e obbligo di firma per una cinquantenne

Ricatti hot

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Adescavano uomini su chat erotiche e poi li ricattavano minacciando di diffondere materiale video compromettente qualora non avessero pagato. I finanzieri del Comando Provinciale di Lodi hanno dato esecuzione ad un provvedimento cautelare, disposto dalla Procura, nei confronti di due donne, una 30enne ed una 50enne residenti a Casalpusterlengo, con l’accusa di estorsione a sfondo sessuale e circonvenzione di incapaci: per la prima sono scattati gli arresti domiciliari e per la seconda l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

In pratica, secondo quanto accertato dalle Fiamme Gialle della Tenenza di Casalpusterlengo che hanno svolto un lavoro certosino durato alcuni mesi partendo solo dalle analisi dei flussi finanziari e non dalle denunce dei coinvolti, le indagini hanno fatto emergere il reato cosiddetto di “sextortion“, consistente in ricatti ed estorsioni portate a termine su internet utilizzando materiale multimediale a carattere sessuale come forma di coercizione psicologica per ottenere denaro dalle vittime, undici in totale, tutti residenti in diverse parti d’Italia. Era la 30enne, dopo l’iscrizione ad una piattaforma legale di spogliarelli, a proseguire poi il contatto con la vittima predestinata in privato mentre la complice era socia in affari la quale si faceva in gran parte accreditare le grosse somme di danaro che i soggetti, uomini maturi con una certa fragilità psicologica, liquidavano dopo essere stati ricattati.

Infatti, le vittime erano indotte a pagare dalla paura che le donne potessero diffondere materiale video e foto che avevano prodotto durante gli incontri intimi online, consegnandoli magari alla moglie, ai famigliari o al datore di lavoro. Gli uomini finiti nella rete estorsiva pagavano cifre importanti in diverse tranche: c’è chi aveva corrisposto “solo“ 500 euro ma anche chi era arrivato a tirar fuori ben tredicimila euro. In un caso limite, la vittima era stata “spremuta“ a tal punto da dover sborsare 85 mila euro. Per dieci casi si è trattato del classico caso di “extortion“ mentre per uno è scattata la contestazione del reato di circonvenzione di incapace. Contestualmente è stato disposto il sequestro di oltre 130mila euro, frutto del profitto illecito dei reati contestati, così come il 50% di un’abitazione per un importo di 50 mila euro, un’autovettura di grossa cilindrata del valore di 40 mila euro e disponibilità finanziarie giacenti presso istituti di credito. Prelevati anche sei computer di cui cinque portatili, un tablet, dodici telefoni cellulari e diverse pen drive.