PAOLA ARENSI
Cronaca

Giubileo e morte del Papa: "Noi volontari a Roma. Stremati sulle panchine"

Codogno, Roberto Squintani, Vilma Esposti e Rosanna Tussi tornati operativi sulle ambulanze dopo le giornate di fuoco nella Capitale.

Da sinistra, Rosanna Tussi, Roberto Squintani e Vilma Esposti a Roma

Da sinistra, Rosanna Tussi, Roberto Squintani e Vilma Esposti a Roma

Sono tornati a Codogno e già operativi, con i colleghi, sulle ambulanze, tre volontari della Croce rossa di Codogno reduci dalla trasferta di Roma, dove sono stati operativi dal 23 al 27 aprile, in emergenza, per l’improvvisa morte del Papa e il contemporaneo Giubileo degli adolescenti. "Eravamo esausti, per via dei turni interminabili e dell’iniziale caos, ma la grande fratellanza della Croce rossa ci ha sostenuti e ha vinto su tutto, regalandoci un’esperienza unica, in aiuto a milioni di persone. E oggi invitiamo eventuali interessati a unirsi a noi" raccontano Roberto Squintani, Vilma Esposti e Rosanna Tussi di Codogno.

Il Comitato cittadino aveva ricevuto un ordine dalla Cri nazionale di reperire persone pronte a partire subito. A Roma, in quei giorni, era infatti previsto il giubileo dei ragazzi e a tante migliaia di adolescenti, si sono aggiunti fiumi di fedeli per far visita al Santo Padre. "Al caos iniziale, dovuto a un’organizzazione tutta da inventare, hanno fatto fronte fratellanza, unione, una grande famiglia di personale arrivato da posti diversi e lontani ma che aveva un unico obiettivo: aiutare il prossimo" testimoniano i volontari, già stati in prima linea anche durante l’emergenza Covid –. I tre codognesi hanno fatto parte di una squadra che, a piedi, garantiva sicurezza durante il passaggio dei “grandi della terra“ e interveniva in caso di malori delle migliaia di persone che si affollavano in zona San Pietro e Trastevere.

"Ci siamo trovati in mille volontari e sanitari, tra cui medici e infermieri, in un capannone di via del Trullo, in cui abbiamo alloggiato. Era il centro operativo nazionale. Per modo di dire alloggiare, perché si facevano turni di notte e di giorno e molti non hanno nemmeno potuto dormire. Ci si ritrovava, stremati, sulle panchine, insieme ai clochard – aggiungono –. Sono stati stimati 250mila pellegrini soltanto per il Papa, oltre agli adolescenti. Il Vaticano ha chiuso il primo giorno alle 5.30 e ha riaperto alle 8, poi ha chiuso alle 3 di notte e l’ultimo giorno hanno concesso un’ora in più dalle 17 alle 18".

"Impressionante anche il lavoro svolto da nostri colleghi a Centocelle, dove c’erano altre migliaia di volontari operativi per accogliere 4.500 adolescenti e allestire dormitori, cucina, mensa, trasbordo in piazza San Pietro. Ragazzi che presto sono diventati 7mila. Ci siamo trovati di fronte a una cosa più grande di noi ma, con l’aiuto della Croce rossa, ci siamo sentiti in famiglia e siamo riusciti a contribuire. Alla fine la fratellanza ha permesso tutto e ne andiamo fieri. Questo ci ha dato la carica, la stessa che abbiamo riportato nel nostro comitato al ritorno".