Giorgio, la morte nell’Adda e il giallo: "Qualcuno sta depistando le indagini"

Lodi, il caso di Giorgio Medaglia scomparso e trovato nel fiume con vestiti che non erano i suoi

Giorgio Medaglia

Giorgio Medaglia

Lodi, 23 ortobre 2020 - «Qualcuno ha provato a depistare le indagini sulla morte di mio figlio". Lo ripete continuamente Ombretta Meriggi, madre di Giorgio Medaglia, il 34enne di Lodi scomparso dalla sua abitazione con il suo scooter nella serata del 28 giugno e ritrovato senza vita nell’Adda il 3 luglio, sotto il ponte di Cavenago. La donna da mesi continua a sostenere che dietro alla morte del suo Giorgio non ci sia un gesto volontario, o un incidente, ma la mano di qualcuno. Ora quei dubbi sono stati rinforzati da alcuni elementi riscontrati proprio dalla madre della vittima: nelle ultime settimane la donna avrebbe notato movimenti strani nel suo garage. A partire dalla scoperta di un terzo casco trovato sul tavolo in legno del locale dove Giorgio parcheggiava il motorino: proprio quel casco, integrale, con la scritta sulla parte anteriore "Cobar" e di colore scuro, che a ottobre è finito nelle mani degli inquirenti per le analisi, sarebbe scomparso e sostituito con un altro completamente diverso.

Ne è convinta la madre di Giorgio che pochi giorni fa ha dovuto cambiare la serratura del garage. "Ricordo la scritta “Cobar” nella parte anteriore del casco di colore scuro, sicuramente non di proprietà di mio figlio – racconta la madre di Giorgio Medaglia, Ombretta Meriggi –. Allora l’avevo messo in una busta e avevo chiesto ai carabinieri di venirlo a prendere. Quanto pochi giorni fa sono stata in caserma ho scoperto che il casco che avevano sequestrato era un altro: di colore più chiaro e senza scritte. Qualcuno era riuscito a scambiarlo. Ma per quale motivo? Per depistare le indagini? Per rendermi poco credibile davanti ai carabinieri?".

Gli inquirenti infatti sono ancora a lavoro per chiarire altri aspetti della vicenda: a partire dall’identità del ragazzino completamente differente da Medaglia visto a bordo dello scooter bianco nella notte della scomparsa in viale Aosta (lì vicino sono state trovate le chiavi di casa di Giorgio), il motivo delle tracce di alcol riscontrate nell’organismo del 34enne ("che non beveva mai, lo faceva star male", dice la madre Ombretta) e l’abbigliamento dello stesso Medaglia, uscito in jeans ma ritrovato morto con un paio di calzoncini rossi che, a sentire la madre, non gli appartenevano. Inoltre dall’esame autoptico non era emerso altro, nessuna traccia di sostanze psicotrope (che aveva usato per anni di terapia), segno che Medaglia aveva lasciato la cura da tempo.

Poi c’è il mistero del foglio firmato dai condomini di via Aldo Moro con la dedica al ricordo di Giorgio Medaglia, che la madre del 34enne ha trovato strappato per terra. "C’è qualcuno che ha fastidio a ricordare Giorgio, non capisco il motivo – conclude la madre del 34enne –. Tutti per lui hanno grande affetto. Giorgio un saluto lo dava sempre, era un ragazzo perbene. Qualcuno però gli ha voluto fare del male".