ANDREA
Cronaca

Così poveri da non dare il catenaccio

La storia di nonna Abelarda, una donna che ha vissuto tempi difficili e ha perso i suoi cari, ma continua a lottare con dignità e speranza nonostante le avversità della vita.

Maietti

I nipoti la chiamano nonna Abelarda, per l’elettrica effervescenza che ricorda il personaggio di Walt Disney. Ha ingoiato "oltraggiosi colpi del destino" chiedendo alla Madonna perché devono andarsene i giovani e restare i vecchi come lei.

Nessuno, neanche un prete, le ha mai saputo rispondere. Si rende ancora utile, come può, a chi le è rimasto vicino, sradicando ogni mattino dal letto, al primo chiaro, le ossa storpiate dall’artrite per troppi anni a mollo nelle risaie pavesi. "Erano bei tempi – dice - anche se eravamo così poveri da non avere problemi a non dare, di notte, il catenaccio all’uscio. Ho conosciuto le prepotenze dei padroni (ma qualche buon diavolo c’era pure), l’angoscia di non avere i soldi per le medicine di cui aveva bisogno mio figlio; il lavoro nei campi e quello delle faccende di casa.

E se arrivava la balera e mi prendeva la voglia di fare quattro salti, il prete non mi dava la comunione. Eppure rifarei quella vita, ogni giorno, anche quelli brutti. Perché quelli brutti davvero li ho conosciuti, dopo. Quando è arrivato il benessere e io ho perduto, uno dopo l’altro, i miei due figli, entrambi per un mal de quei. Insieme al benessere e insieme a chel mal lì, sono arrivato altri mali. Quel de la siringa e, adesso, el rubà e ‘l massà per dü ghei. E poi la guerra, di cui la televisione parla in continuazione in questi giorni. Oh fiöi, ma i mai pruat la guera? Mì sì! Ho visto giovani partire e non tornare più; altri inseguiti fin dentro casa per non avere la stessa idea di chi comandava (el mè om l’ho scus indén del furnu); le bombe di Pippo che, quando andava bene, sbriciolava i vetri grami delle finestre. E tante altre brutte cose. Ma avevo ancora i miei figli e c’era la speranza che un giorno la guerra sarebbe passata. Adess l’è un mund trop brüt e mi preghi el Padreternu che el vegna a töm sü".