Coronavirus, i sindaci della zona rossa: "No a elemosina inaccettabile"

I primi cittadini di Codogno e Casalpusterlengo: "Siamo pronti ad accettare i sacrifici con responsabilità ma non siamo disposti a farci prendere in giro dal governo"

Il centro il Codogno vuoto dopo l'emergenza Coronavirus

Il centro il Codogno vuoto dopo l'emergenza Coronavirus

Codogno (Lodi), 29 febbraio 2020 - "Le misure messe in campo dal governo sono insufficienti, un'elemosina inaccettabile e un'offesa nei confronti del nostro territorio che sta facendo sforzi inimmaginabili per arginare l'epidemia". E' il duro affondo dei sindaci dei comuni più estesi e popolosi della zona rossa, Francesco Passerini di Codogno e Elia Delmiglio di Casalpusterlengo. "Abbiamo accettato responsabilmente tutte le limitazioni imposte. Possiamo anche comprendere che la coperta sia corta ma non accettiamo l'assenza di compensazioni economiche". 

"Chiediamo subito l'istituzione di una Zes (zona economica speciale) per tutta la provincia e aggiustamenti immediati al decreto emanato", aggiungono i due primi cittadini. "Ad esempio i nostri concittadini che hanno la domiciliazione delle bollette direttamente in banca con il decreto del governo non saranno esentati dal pagamento - sostengono -. E' inoltre necessario garantire al nostro territorio un fondo post emergenza e la cancellazione con le dovute compensazione ai comuni di tutte le imposte per i cittadini. Ribadiamo la nostra totale disponibilità ad accettare i sacrifici con responsabilità ma non siamo disposti - concludono i due sindaci - a farci prendere in giro dal governo".