Coronavirus, Michele ostaggio con le pecore in campagna: "Portatemi in zona rossa"

La storia di un giovane pastore originario della Val Seriana

Il gregge bloccato nel Lodigiano

Il gregge bloccato nel Lodigiano

Turano Lodigiano (Lodi), 28 febbraio 2020 - C’è chi prova a scappare dalla “zona rossa” e chi invece vorrebbe entrarvi. Un pastore e il suo gregge di pecore “bussano” all’area off limits e di tornare indietro non se ne parla. Michele, 28 anni, è un giovane pastore originario della Valle Seriana, nella Bergamasca. Da qualche giorno si trova però a Turano Lodigiano, ‘bloccato’ con un migliaio di pecore. Il paese, poco più di 1.500 anime, si trova al confine con Casalpusterlengo, classificata dalle autorità come ‘zona rossa’ per l’emergenza sanitaria legata al coronavirus. Ed è proprio lì che Michele era diretto per far pascolare le sue pecore, solo che ora non può entrarvi. Per nessun motivo.

Ma il suo gregge ha altre necessità. "Nei posti dove sono già state, le pecore non mangiano più, ma qui nessuno ci lascia passare", racconta con tono quasi rassegnato. A Casalpusterlengo - una manciata di chilometri da Codogno - la vita scorre con grandi difficoltà fra posti di blocco e ferie imposte. Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia di Stato respingono le auto e avvertono chi entra che non potrà più uscire. Anzi a dirla tutta di entrare non se ne parl. Michele, dopo giorni di stallo - e, forse, anche un poco spazientito - vorrebbe chiedere alle autorità un permesso speciale: "Capisco la situazione - dice - ma io e le mie pecore ce ne staremmo belli isolati nella campagna, non andremmo di certo in giro in città a contatto con le persone". Si sforza di trovare una soluzione, "ma portarle in montagna adesso è davvero troppo presto", spiega. Insomma, una situazione ingarbugliata. Che sembra non avere una reale soluzione per lui e i suoi animali. Risalire non conviene, proseguire non si può. "Non so cosa fare - commenta sconsolato. Porterò pazienza ancora qualche giorno, poi prenderò una decisione definitiva".