
Gennaro Guidetti, 29 anni
Lodi, 4 aprile 2020 - Il primo passaggio è togliersi il primo paio di guanti. Poi la cuffietta e il camicie che deve essere perfettamente piegato e gettato nella pattumiera. Tutto in maniera meccanica, evitando assolutamente di toccarsi il viso e gli occhi. Gesti ormai di routine per i medici e gli infermieri che all’ospedale di Lodi e Codogno stanno affrontando l’emergenza sanitaria del coronavirus. Ogni giorno, alla fine del turno, chi lavora nelle corsie della “zona sporca“, quella dove sono ricoverati i pazienti affetti da Covid-19, devono effettuare questa operazione detta di decontaminazione e lo stesso viene fatto per gli strumenti utilizzati in corsia. A seguire questo genere di attività è una parte dell’équipe di Medici senza frontiere che da un paio di settimane sta affiancando il personale sanitario lodigiano, medici, infermieri e Oss, in questa dura battaglia soprattutto all’ospedale di Codogno, dove è stato effettuato il 20 febbraio il primo tampone positivo di un caso di Covid-19 in Italia.
Il team, composto da medici, infermieri ed esperti di igiene, lavora ogni giorno con le équipe della struttura, dal personale sanitario allo staff dedicato alle pulizie, proprio con l’obiettivo di condividere la propria esperienza nella gestione di un’epidemia. A occuparsi di far rispettare il protocollo nei presidi lodigiani è Gennaro Giudetti, 29 anni, tecnico per il controllo della prevenzione e controllo dell’infezione per Medici senza frontiere.
"È fondamentale rinforzare le competenze di tutti su come proteggersi – spiega Giudetti, originario di Taranto, con esperienza in altre epidemie –. La protezione di tutto lo staff medico, degli infermieri, degli Oss ma anche di chi non è a stretto contatto con i pazienti come quelli che si occupano delle pulizie e di chi sta in laboratorio, è più che mai necessaria perché rappresentano la prima linea collettiva contro il coronavirus".
Come per altre epidemie, per esempio l’ebola, l’obiettivo è contenere il coronavirus all’interno di una parte dell’ospedale, cercando di eliminare la possibilità che il virus possa entrare nelle altre aree del presidio dove ci sono i pazienti ricoverati per altre malattie. "Sicuramente le altre epidemie sono diverse da quello che stiamo vivendo in Italia oggi – spiega Giudetti –. Stiamo cercando di coinvolgere il più possibile tutto lo staff medico nel rispettare le regole. Quello che diciamo sempre a tutti è che bisogna rispettare delle regole seguendo il protocollo alla lettera. Bisogna essere sempre lucidi, soprattutto all’uscita dopo turni lunghi di dodici ore. Non è facile ma è fondamentale per tutelare la salute di tutti".